Looney Tunes Forum Italia

Posts written by LorenzoP.

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    L'argomento doppiatori preferiti e meno preferiti mi ha sempre affascinato nel corso degli anni, avendone sentiti veramente tanti mi sono fatto un'idea su quali sono i doppiatori che mi piace sentire di più sui personaggi, di seguito la mia personale opinione e classifica sulle voci italiane che ritengo meritevoli su alcuni dei personaggi principali:

    Bugs Bunny
    1. Massimo Giuliani: la scelta più azzeccata mai fatta su un qualsiasi personaggio dei Looney Tunes in qualsiasi epoca, semplicemente leggendario
    2. Franco Latini: fa morire dal ridere, calza perfettamente col personaggio e si sente proprio che Latini è nel suo territorio quando lo doppia
    3. Nino Scardina: oltre a Super Bunny in Orbita non ci sono tante altre occasioni per sentirlo, ma nel film sfoggia un'interpretazione indimenticabile
    4. Massimo Lodolo: doppiatore di Bugs in Daffy Duck's Quackbusters, sarà per affezione, sarà per quando canta a squarciagola Abracadabra in Transylvania 6-5000 (nessuno, manco Giuliani, ha reso migliore di così quella scena) ma a me il suo Bugs Bunny piace, non lo sostituirei a nessuno dei tre precedenti ma per me è una grande voce di Bugs
    5. Willy Moser: ultimo doppiatore degno di nota sul coniglio, lo apprezzo principalmente perché mi piace come doppiatore in generale (come dimenticalo in The Scooby-Doo Show o Luca Tortuga? o anche The Rocky and Bullwinkle Show) ma su Bugs c'è di meglio

    Daffy Duck
    1. Marco Mete: è perfettamente in grado di adattarsi a tutte le varie sfaccettature di Daffy, non è cosa da poco e non può meritare meno della prima posizione
    2. Franco Latini: su un certo tipo di Daffy è semplicemente perfetto, se adoro Latini sui Looney Tunes è in buona parte per il lavoro svolto su di lui nei film compilation e nei corti di Chuck Jones e Friz Freleng degli anni '50, sui Mckimson e in generale sul Daffy più folle sono meglio altre voci
    3. Teo Bellia: è al terzo posto solo visti i valorosi contendenti precedenti, inoltre lo si può sentire solo in Quackbusters, ma questa è una scelta veramente azzeccata che apprezzo molto, Daffy ha parlato come lui nella mia testa per diversi anni, nonostante quell'unico film, che però ho visto centinaia di volte, come immagino tanti altri
    4. Elio Pandolfi: delle voci di Daffy dei doppiaggi cinematografici questa è forse l'unica che mi piace davvero, sul Daffy anni '60 con Speedy Gonzales ci sta benissimo, sui precedenti meglio cercare altrove.
    5. Oreste Lionello: mi piace, di più nei doppiaggi CVD rispetto ai cinematografici ma mi piace
    6. Claudio Trionfi: il peggiore dei Daffy principali, si sente nei doppiaggi Mops come i Bugs di Willy Moser, ascoltabile ma nulla di paragonabile rispetto agli altri analizzati sopra.

    Porky Pig
    1. Massimiliano Alto: le voci Time Out sono sempre perfette, ma qui siamo su un livello rispetto alle altre voci che ha avuto il personaggio veramente magistrale, geniale in ogni occasione.
    2. Marco Bresciani: molto molto bello da sentire, ma essendo la stessa voce che il doppiatore usa su Elmer Fudd (con risultati ancora superiori) a volte si rischia di rendere fin troppo simili due personaggi che negli anni '40 erano già simili di loro nel modo in cui venivano trattati dagli autori
    3. Mauro Gravina: altra voce di Quackbusters veramente ben riuscita, d'altronde sui 3 protagonisti del film non si poteva sbagliare
    4. Claudio Trionfi: mi piace molto, sui Porky in bianco e nero non è proprio adattissimo ma sugli altri fa la sua sporca figura
    5. Alida Cappellini: da dimenticare

    Elmer Fudd
    1. Marco Bresciani: unica voce italiana nella storia di Elmer Fudd che ha senso d'esistere, mitico quanto il Bugs Bunny di Giuliani, in coppia sono una sostituzione perfetta di Mel Blanc e Arthur Q. Bryan
    2. Gianni Bonagura: non male, nella media, mi piace ma nulla a che vedere con Bresciani
    3. Leo Valeriano: non mi piace, vorrei mi piacesse almeno un po' di più visto quanto è presente ma non ci riesco, non esiste un vecchio doppiaggio di Elmer che mi soddisfi davvero

    Silvestro
    1. Franco Latini: non importa quanto sono eccezionali alcuni dei colleghi che prima o dopo di lui hanno doppiato Silvestro, per me la sua è la versione italiana definitiva, perfetta, comicissima, impossibile da dimenticare
    2. Roberto Pedicini: assolutamente sullo stesso piano di Latini, credo che la vittoria di uno rispetto all'altro possa essere solo una questione di preferenze personali. Io ho avuto la fortuna di crescere con entrambe le voci, Latini su quasi tutti i corti di Silvestro & Titti che trasmettevano nei primi anni 2000, Pedicini sui restanti, sui Speedy Gonzales, I Misteri di Silvestro e Titti e così via
    3. Michael Tor: leggendario, è un podio in questo caso che dovrebbe essere un pari merito
    4. Gigi Proietti: come Bonagura per Elmer, ci sta e mi piace ma c'è di meglio
    5. Oreste Lionello: scarsino, c'è decisamente di meglio su Silvestro
    6. Sergio Tedesco: ancora più scarsino
    7. Piero Tiberi: l'unica voce di Quackbusters veramente brutta, non so come abbiano fatto a sceglierla e pensare fosse una buona voce su Silvestro

    Yosemite Sam
    1. Franco Latini: altro duello dal risultato decisamente arbitrario tra voce storica e voce moderna, per me non esiste niente di più divertente in campo doppiaggio dei Looney Tunes di Yosemite Sam doppiato da Latini
    2. Vittorio Amandola: impeccabile, storico, eccezionale, ma per un soffio Latini si prende per me la prima posizione.


    Proseguimento del discorso più avanti, intanto chi vuole si faccia avanti con la propria controproposta!
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    Ciao a tutti, annuncio che per chi ha ricevuto il link del GAAP ora può trovare i corti di Woody Woodpecker post ‘55 che prima non erano presenti, come al solito divisi per autore e personaggi secondari.
    I corti sono tutti in inglese e tutti in belle versioni video tranne un paio di corti che prima o poi mi metterò a cercare per bene.

    Per gli altri Walter Lantz post ‘55 il lavoro sarà più lungo, le migliori versioni video che ho trovato hanno l’audio in russo ma ho anche tutti i corti in lingua originale, quindi il lavoro che sarà fatto sarà la sostituzione dell’audio russo con l’audio in inglese, che andrò anche a migliorare già che ci sono quando lo riterrò necessario.
    Inoltre per l’occasione andrò a ripristinare i credits di testa e di coda laddove nelle versioni video mancheranno in parte o totalmente, l’obiettivo è creare la collezione dei Walter Lantz post ‘55 definitiva con tutti i materiali audio e video nelle migliori condizioni possibili.
    Ci vorrà del tempo, probabilmente qualche mese (solo di Chilly Willy prevedo di fare questo lavoro su 29 corti, sulle altre serie non ho ancora fatto il punto) ma il risultato varrà ogni minuto d’attesa.
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    I fumetti dei Looney Tunes hanno avuto una storia importante in America ma sono molto ignorante in materia non essendo un appassionato del medium.

    Non so in Italia che storia possano aver avuto, mai informato in materia, quello che so è che tanti animatori storici e importantissimi della Warner hanno preso parte alla produzione di questi fumetti, tra cui Charles e Tom McKimson, Phil DeLara ed altri che non ricordo, parlo di quelli pubblicati dalla Dell Comics.

    Circa 20 anni fa la DeAgostini ha realizzato in Italia una collezione di tutto rispetto con modellini in 3D anche alti 15cm (tipo Gossamer e altri personaggi molto alti) dei personaggi più famosi, accompagnando ogni uscita con un libricino che spiegava i retroscena di quel personaggio o altre chicche dei cartoons Warner. Ognuno di questi libricini aveva 4 pagine di fumetti dei Looney Tunes di non so quale provenienza tradotti in italiano, si possono trovare questi volumi su Ebay con pochi spicci se si è interessati ad approfondire la questione fumetti del Looney Tunes, io li ho perché possiedo anche i modellini collezionati ai tempi.
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    Diciamo che sono d’accordo sia con le riflessioni di Donald Daffy che con quelle di Piu Piu, molto azzeccata la differenza di stili tra Disney e Warner e confermo che, nonostante sia un grande fan di entrambi gli Studios, do anch’io il mio voto di preferenza ai Looney Tunes che assieme all’MGM sono e resteranno i miei cartoons preferiti a parere puramente personale.

    Fondamentalmente possiamo trovare 5 stili principali nei cartoons della Golden Age dell’animazione americana, molto distinti a tal punto che non è detto che se ce ne piacciono due o tre per forza devono piacerci anche gli altri:

    1. Stile classico: non saprei come altro definirlo, è il genere senza genere tipico delle grandi serie in bianco e nero nate negli anni ‘30, alcune sbarcate negli anni ‘40. L’essenza di questi corti è sostanzialmente portata avanti da una Star titolatrice che viene messa in diverse situazioni tra corti “di casa” ambientati nelle loro quotidianità e corti di genere / fantasia dove magari finiscono in un’interpretazione di Jack e il Fagliolo Magico o nel deserto in un fortino a combattere contro gli indiani. Ovvi noti esempi di questo gruppo di corti sono le serie di Mickey Mouse, Porky Pig, Scrappy, Oswald the Lucky Rabbit e così via.
    2. Il secondo stile, che vede una nascita quasi parallela al precedente, è lo stile surreale tipico dei cartoons prodotti nella East Coast a New York, parliamo quindi delle serie in bianco e nero dei Fleisher Studios dei primi anni ‘30 e di quasi tutte quelle di Van Beuren, più praticamente tutti i Terrytoons usciti fino all’arrivo di Gene Deitch nel 1957. Questo è un genere di cartoons dove non si presta particolare attenzione alla trama, aspetto che può allontanare certi spettatori, ma in realtà sono i cartoons più “liberi” perché non hanno regole questi qua: in un cartoon dei Fleisher può veramente succedere di tutto, i personaggi “esplodono” sotto la matita degli animatori. Dall’arrivo del Codice Hays nel luglio del 1934 possiamo dire che i Terrytoons rimangono l’unico Studio con un’impronta importante in questo genere, i Van Beuren di lì a poco spariranno mentre i Fleisher e i successivi Famous, pur rimanendo di una pasta a parte, si avvicineranno di più allo stile della West Coast dei cartoons di Hollywood. Sostanzialmente i cartoons che fanno parte di questo genere sono tutti i cortometraggi in bianco e nero dei Fleisher idealmente usciti fino al giugno 1934 (ovvio che certi confini non possono essere presi totalmente alla lettera), tutte le serie in bianco e nero dei Van Beuren tranne Cubby Bear, che metto nel genere classico, e come detto TUTTI i Terrytoons fino alla rivoluzione di stile portata da Gene Deitch nel 1957, i Terrytoons infatti saranno gli unici corti a colori prodotti in questo genere, sempre che siate d’accordo con questa mia suddivisione in generi. Quasi ogni altra serie in bianco e nero degli anni ‘30 (Popeye e Betty Boop post 1934 inclusi) la metto nel genere classico.
    3. Le Fairly Tales, invenzione della Disney che quasi subito coi corti in bianco e nero ha iniziato a produrre corti che puntassero alla bellezza dei contenuti e molto meno alla trama rispetto ai Mickey Mouse, la serie delle Silly Symphonies infatti ha fatto parte fin da subito di questo genere anche coi corti in bianco e nero, ma poi con l’arrivo del colore questo genere è esploso a tal punto che quasi ogni altro Studio ha iniziato a produrre corti che cercavano di emularlo, sia in termini d’artisticità che di popolarità, quasi sempre mezzo fallendo sopratutto nell’aspetto della popolarità; nei riguardi della qualità le Color Rhapsodies delle Screen Gems e sopratutto le Happy Harmonies di Harman ed Ising non avevano veramente niente da invidiare al loro concorrente. Questo è un genere tipico degli anni ‘30 che non vedremo molto a partire dagli anni ‘40, in quanto a quel punto la trama era l’aspetto preferito del pubblico; certi esempi però si troveranno ancora, tipo Dance of the Weed dell’MGM diretto da Rudolf Ising, o The Egg Cracker Suite del 1943 del Walter Lantz Studio. Diciamo che questo genere ha lasciato la sua impronta e che senza di esso l’animazione successiva sarebbe stata decisamente diversa e probabilmente meno ricercata.
    4. Il genere Slapstick è quello tipico anni ‘40 portato alla luce dalle tre grandi Star approdate sugli schermi con l’arrivo del nuovo decennio, parlo ovviamente di Bugs Bunny alla Warner Bros, Tom & Jerry all’MGM e Woody Woodpecker ai Walter Lantz. Questo è senza dubbio il mio genere preferito, anche se sono un grande estimatore di tutti e 5 i macro gruppi di cartoons. Se lo stile delle “fairly tales” è stato il faro per lo stile di praticamente tutti i cartoons a colori anni ‘30 (certi Warner esclusi) lo slapstick ne è stato il successore; anche qui tutti, Disney compresa sta volta, si adegueranno in quanto il pubblico ormai voleva questo, forse solo Mickey Mouse ha mantenuto la sua identità di serie dallo stile “classico” (quindi categoria 1) anche in quest’epoca, di fatto però è stata la serie Disney con meno uscite negli anni ‘40, un motivo ci sarà.
    5. Quinto e ultimo genere presentato dall’animazione ricercata e limitata tipica dell’UPA e di chi col procedere degli anni ‘50 ci si è in un modo o nell’altro adeguato; anche qui siamo di fronte a un genere che ha avuto un tale successo di pubblico e critica da ispirare tutti gli altri produttori di cartoons del periodo, esattamente com’è successo con le fairly tales negli anni ‘30 e con la slapstick negli anni ‘40. I cartoons puramente parte di questo genere sono tutti quello prodotti dall’UPA, i Terrytoons del biennio di Gene Deitch (1957-1959), tanti cartoons Warner specialmente One-Shot per lo più diretti da Chuck Jones come From A to Z-z-z-z-z o Nelly’s Folly (ma anche Three Little Bobs di Friz Freleng o The Hole Idea di Robert McKimson, per dire), molti corti Disney usciti dal 1953 tipo le Adventures in Music e così via. Si segnala una sorta d’ondata antenata dei filo-UPA nei primi anni ‘40, dove la ricercatezza degli sfondi e l’utilizzo dell’animazione limitata come parte del divertimento ha avuto un’impronta importante sui cortometraggi, parlo ovviamente dei cartoons di Chuck Jones che fluttuano attorno a quel capolavoro di The Dover Boys, quindi Waikiki Wabbit, The Unbearable Bear e così via, ma anche di certi cartoons molto poco conosciuti delle Screen Gems usciti incredibilmente nello stesso periodo, tipo i corti diretti da John Hubley (guarda caso futura figura chiave dell’UPA) come The Vitamin G Man e Professor Small and Mr. Tall che sono corti stupendi, così come diversi corti diretti da altri autori delle Gems tipo The Case of the Screaming Bishop del 1944, probabilmente l’ultimo grande corto prodotto in bianco e nero durante la Golden Age.

    Sostanzialmente sono questi i macro generi che identifico io, ovviamente ci sono cortometraggi che non rientrano perfettamente in nessuna delle 5 categorie, un esempio sono le Merrie Melodies della Warner Bros, specialmente quelle dove in un luogo chiuso (tipo negozio dei giocattoli o drogheria) nella notte gli oggetti inanimati prendono vita, ma diciamo che in un modo o nell’altro possiamo trovare elementi in praticamente ogni corto che lo possano identificare in una delle 5 categorie sopraesposte. I MM Warner con gli oggetti inanimati che prendono vita ad esempio, dovessi per forza metterli in uno dei 5 gruppi, li inserirei nel gruppo delle “fairly tales”, in quanto sono corti che non danno una particolare importanza alla trama quanto piuttosto alla musica e all’aspetto più onirico, entrambi elementi tipici dei corti parte delle fairly tales; mancherebbe l’aspetto delle animazioni di qualità e ricercate (per questioni di budget) ma è un buon compromesso.
    In generale non è possibile pensare a delle definizioni che sono quelle punto e basta, prendendole con le pinze direi che queste sono ottime indicazioni per approcciarsi alla GAA avendo un’idea generale di quello che ci si troverà davanti.

    Edited by LorenzoP. - 10/7/2023, 11:23
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    Ciao a tutti! Come alcuni di voi sanno da qualche anno ormai ho messo da parte la ricerca attiva di doppiaggi italiani storici e non dei Looney Tunes (in generale quasi tutto ciò che riguarda l’animazione americana doppiata in italiano) per dedicarmi alla ricerca, raccolta, selezione e preservazione di tutti i cartoons prodotti in America durante la Golden Age dell’animazione sonora, con l’obiettivo di portarmi a casa la miglior versione possibile che sono riuscito a reperire di ogni singolo cortometraggio. L’obiettivo è sempre stato quello di affiancare la nostra già fantastica collezione di cartoons della Warner Bros. con le migliaia di altri cartoons che sono usciti nei cinema americani negli stessi anni, inizialmente ho fatto una selezione di 1000 cartoons oltre ai 1000 cortometraggi Warner che volevo assolutamente portarmi a casa, ma nel giro di poco mi sono reso conto che la ricerca e la scoperta di questi prodotti d’animazione spesso dimenticati mi stava piacendo troppo e i risultati delle ricerche erano molto buoni, così i 2000 cartoons della Golden Age inizialmente previsti si sono velocemente tramutati in TUTTI i cartoons che è possibile reperire dall’immenso catalogo d’animazione del periodo, composto, secondo le mie ricerche, da ben 5200 cartoons o poco più usciti dal 1928 al 1977 da 12 Studios d’animazione diversi.
    È così che è nato quello che, tra i miei amici e colleghi ricercatori, mi piace definire il GAAP, acronimo di The Golden Age of Animation Project, recentemente arrivato a una situazione tale di qualità delle versioni raccolte e di quantità di cortometraggi trovati da fare spavento.
    Stiamo parlando ad oggi di ben 4224 cortometraggi bonus esclusi, sì perché il progetto è oggi molto ricco anche di cosiddetti “corti bonus”, cortometraggi assimilabili alla Golden Age dell’animazione americana ma che non fanno parte del catalogo dei 12 grandi Studios del periodo.
    Di seguito un breve summit del catalogo dei mega cartelloni che raccolgono questi cartoons nel GAAP, nell’ordine in cui si trovano nel progetto:

    01. Warner Bros: Looney Tunes & Merrie Melodies, i 1000 cartoons usciti dal 1930 al 1969 da cui tutto ha avuto inizio.
    02. MGM: la casa di Tom & Jerry e dei corti del periodo d’oro del King of Cartoons Tex Avery, ma anche dei Barney Bear, dei corti più fighi prodotti da Hugh Harman e Rudolf Ising (suo è Barney Bear), la quantità di perle stupende e dimenticate tra questi corti è incalcolabile e invalutabile. 358 film usciti dal 1934 al 1967 che abbiamo interamente in archivio.
    03. Walt Disney: Mickey Mouse, Donald Duck, Goofy, Pluto, le Silly Symphonies ecc, 432 cortometraggi usciti dal 1928 al 1956 spesso anche con il miglior doppiaggio italiano reperibile (questa è l’unica sezione del GAAP che non ho curato io ma un mio amico e collega ricercatore), più i Classici Disney da Biancaneve (1937) a Bianca e Bernie (1977), ovviamente facilmente reperibili essendo lungometraggi, e diversi corti bonus usciti o durante la Golden Age ma non parte del canone ufficiale o negli anni successivi al 1956 (ma entro il 1969). Durante il corso dei corti parte del canone ufficiale si è vista la distribuzione da parte della Columbia (1929-1932), dell’United Artists (1932-1937) e dell’RKO (1937-1956).
    04. Ub Iwerks: ex right hand man di Walt Disney che nel 1930 fonda il suo Studio d’animazione portandosi dietro il compositore Carl Stalling (sì, lo stesso dei Looney Tunes), hanno prodotto 3 serie Flip the Frog, Willie Whopper e le ComiColor dal 1930 al 1936, poi hanno chiuso producendo un catalogo di 77 cortometraggi, il più contenuto dell’intera Golden Age, anche questi li abbiamo tutti. I Flip e i Whopper erano distribuiti dall’MGM prima che la Major iniziasse a distribuire i corti di Harman e Ising nel 1934 (dopo che i due si sono separati dalla Warner Bros. portandosi dietro il loro Bosko), mentre le ComiColor sono l’unica serie della Golden Age che non è passata dalla distribuzione di una delle 5 Majors (Warner Bros., MGM, Paramount, 20 Century Fox e RKO) o delle 3 Minors (Universal, Columbia e United Artist) del periodo, rendendolo un caso decisamente unico nell’animazione del periodo.
    05. Paramount: abbiamo due sezioni in questo cartellone, i Fleisher e i Famous Studios, non sono due Studios differenti come nel caso di Harman & Ising e la Warner Bros. (e poi l’MGM) ma hanno cambiato nome una volta che i fondatori Max e Dave Fleisher, per una disputa economica con la Paramount, sono stati costretti a cedere lo Studio, che quindi poi è stato rinominato. Questa è la casa di Popeye the Sailor, Betty Boop, Casper the Friendly Ghost, Herman & Catnip e tanti altri personaggi, tra Fleisher e Famous siamo di fronte a un catalogo addirittura più esteso di quello della Warner Bros., superato di ben 2 corti 😂 infatti sono 1002 corti usciti dal 1929 al 1967. Di questi ad oggi si trovano nel GAAP tutti i cartoons che possiedo usciti fino al settembre 1950 (anche qui, come alla Warner, abbiamo una divisione dei corti dovuta allo spacchettamento dei corti per le trasmissioni TV) più tutti i Popeye anni ‘50, possiedo tutti gli altri corti non di Popeye usciti dall’ottobre 1950 al marzo 1962 ma li devo ancora catalogare. Ad oggi ci sono 357 corti dei Fleisher (su 425, mancano per lo più corti della serie Screen Songs) e 238 corti dei Famous, ne arriveranno circa altri 220 dei Famous a catalogazione terminata
    06. Van Beuren: casa di cartoons super dimenticati ma super interessanti, oltre che super assurdi, tanti super in un unico Studio. Qui vediamo le serie di Tom & Jerry (non il gatto e il topo), The Little King, le Rainbow Parades ed altre, possediamo 137 cortometraggi di questo Studio per lo più in versioni divine, ci mancano circa 60 corti della serie Aesop’s Fables; come gli Ub Iwerks anche questi corti hanno smesso di essere prodotti molto presto nella Golden Age, sono usciti dal 1928 al 1936, questo perché l’RKO, che li distribuiva, ha siglato un contratto per la distribuzione dei corti Disney che nel periodo erano distribuiti dall’United Artists, lasciando quindi i Van Beuren senza un distributore, peccato.
    07. Terrytoons: Studio spesso bisfrattato come il produttore dei peggiori cartoons usciti nella Golden Age, oggi, che li conosco bene, posso affermare che questo giudizio è totalmente infondato oltre che completamente senza senso, i Terrytoons hanno uno stile tutto loro, molto strano e fuori dalle regole, neanche lontanamente vicino alla qualità tecnica Disney e Warner per dire, ma vogliamo veramente che tutti i cartoons della Golden Age siano ugualmente perfetti? Io no, il bello di conoscere a menadito tutti gli Studios del periodo è che si viene a conoscenza di tante realtà e si vedono cose sempre nuove e diverse. Oggi possediamo 672 cartoons dei Terrytoons, una quantità spaventosa considerando quanto questi corti negli anni sono stati poco distribuiti, il totale si aggira intorno agli 800 corti usciti dal 1930 a… non so quando, c’è chi dice 1968 e chi dice 1971, ancora non ho capito se sono prodotti propriamente televisivi poi distribuiti anche nei cinema i corti post ‘68, comunque siamo lì, o un po’ meno o un po’ più di 800 corti. Questi erano i cartoons della 20 Century Fox.
    08. Walter Lantz: la casa di Woody Woodpecker (Picchiarello), Andy Panda, Chilly Willy, Oswald the Lucky Rabbit (dopo l’epoca Disney) e così via, 598 corti totali usciti dal 1929 al 1972 che noi possediamo nella loro interezza, salvo rari casi di alcuni tra i primissimi corti che sono andati perduti, nel GAAP per ora si trovano tutti i corti disponibili usciti fino al tardo 1955, 342 corti, i restanti arriveranno una volta che li avrò catalogati. Questi corti sono stati distribuiti dall’Universal per tutta l’esistenza dello Studio ad eccezione di una dozzina di corti usciti tra il 1947 e il 1949 che sono stati distribuiti dall’United Artists a causa di un battibecco momentaneo tra Mr. Lantz e l’Universal.
    09. Columbia: questa volta la divisione tra Screen Gems e UPA indica una vera e propria divisione di due Studios il cui catalogo fa parte dei cartoons distribuiti dalla Columbia, le Screen Gems hanno operato dal 1929 al 1949 mentre l’UPA li ha sostituiti dal 1948 al 1959. Le Screen Gems non godono di personaggi particolarmente famosi oggi, si distinguono solo The Fox and The Crow, creazioni di Frank Tashlin per lo più però diretti da Bob Wickersham negli anni ‘40, mentre nei ‘30 abbiamo i Krazy Kat, le Color Rhapsodies e gli Scrappy, che sono TUTTI corti stupendi, almeno quelli visti finora. Si segnala uno stile decisamente diverso tra le Screen Gems uscite fino ai primissimi anni ‘40 e le successive, le successive sono assimilabili a uno Studio “secondario” in fatto di qualità dei corti (sia inteso che mi piacciono tantissimo), un po’ come i Famous Studios post 1950, mentre quelle anni ‘30 sono di una qualità superba, veramente mitica, molto più alta di tutto ciò che ci si potrebbe aspettare da uno Studio così poco conosciuto. L’UPA invece è molto più nota, ha prodotto diverse gemme One-Shot negli anni ‘50 diventate famosissime e sopratutto è stata la casa di Mr. Magoo. Dell’UPA, appena 90 corti, abbiamo tutto, mentre delle Screen Gems abbiamo 293 corti su circa 390, tantissimi considerando quanto sono difficili da trovare questi film.
    10. DePatie-Freleng: ultimo Studio d’animazione ad essere nato per la produzione di cortometraggi principalmente indirizzati al mercato cinematografico, qui è nata l’ultima grande Star dell’animazione cinematografica The Pink Panther, più diverse altre serie stupende assieme ad altre un po’ meno belle (ricordiamoci che stiamo parlando degli estremi della Golden Age, rispetto al mercato televisivo le serie della DFE sono oro colato). I loro corti sono stati distribuiti dall’United Artist dal 1964 al 1977, rendendolo l’ultimo Studio di fatto ad aver prodotto cortometraggi d’animazione apposta per i cinema. Il catalogo comprende 228 corti cinematografici, li abbiamo tutti dai BluRay ufficiali.
    11. Others: qui sono finiti (e continueranno a finirci) tutti quei corti parte della Golden Age sonora dell’animazione ma che non sono assimilabili ai grandi Studios, abbiamo quindi i corti prodotti indipendentemente da Ted Eshbaugh, i corti della Rembrandt Films prodotti da Gene Deitch in Cecloslovacchia (come i Tom & Jerry del periodo 1961-1962 distribuiti dall’MGM) che erano distribuiti dalla Paramount, ma vista la filmografia limitata (un paio di dozzine di corti oltre ai Tom & Jerry) e la strana natura di corti oltreoceano che hanno ho ritenuto avesse senso considerare questi corti tra i bonus; abbiamo poi diversi corti di propaganda prodotti da entità diverse oltre ai grandi Studios durante la Seconda Guerra Mondiale, qualche corto della semiperduta serie di Toby the Pup (prodotta da Margaret Winkler e distribuita dall’RKO) e diverse altre rarità.

    Oltre all’immenso catalogo che ci troviamo di fronte un aspetto che voglio assolutamente sottolineare del GAAP è che contiene quasi esclusivamente versioni dei cortometraggi che sono certo che siano le migliori reperibili, almeno coi miei mezzi, in quanto la ricerca è stata effettuata su ogni singolo corto di ogni singola serie, la selezione delle versioni è accurata, e dove per un motivo o per un altro mi trovavo di fronte a più versioni meritevoli ho pensato di conservarle entrambe in una cartella all’interno di ognuno degli Studios che ho denominato “Alternative Versions”.
    Le fonti video sono le più disparate, da DVD e BluRay di più o meno facile reperimento, dai Laserdisc, dai servizi di streaming, da master televisivi logoless di fine anni ‘80 per i Terrytoons (versioni ottenute dal Garage Sale di Jerry Beck), registrazioni televisive, scansioni di 16mm casalinghi per tante Screen Gems di difficile reperimento (sempre dal Garage Sale) e così via.
    Si segnalano delle versioni decisamente superbe e speciali di tantissimi corti che arrivano da dei BluRay “speciali” del distributore di cartoons classici dimenticati Steve Stanchfield e la sua etichetta Thunderbean Animation, possiedo decine di set in DVD e BluRay di questa raccolta che ho reperito negli anni, ma oltre ai set di “facile” reperimento (per alcuni ho sborsato belle cifre perché andati out of stock) ce ne sono diversi parte della raccolta “Thunderbean Special BluRay” che sono riuscito a portarmi a casa (a seguito di un’accurata selezione) prima che venissero resi non disponibili, sono set prodotti in quantità estremamente limitate perché distribuiscono, a differenza dei set ufficiali di Thunderbean, cortometraggi che ad oggi non sono in pubblico dominio, da qui arrivano le strabilianti versioni di corti iper rari che abbiamo nel GAAP come Which Is Witch e Caveman Inki, che provengono da scansioni di pellicole 35mm, sono versioni a dir poco stupende, e questo vale anche per decine di corti delle Screen Gems, dei Terrytoons, della Paramount e così via che, senza queste versioni, avremmo in una qualità neanche lontanamente paragonabile a quella che invece abbiamo grazie a queste rarissime e fantastiche copie.

    Tutta questa lunga presentazione per farvi sapere che, foste interessati, l’intero archivio è disponibile su un unico link di Mega che posso inviare a chi lo desidera; puntando alla qualità assoluta delle versioni sappiate che si tratta di un considerevole peso per l’intera raccolta che supera i 2 tb, chiaramente può essere scaricata in parte o un po’ alla volta a proprio piacimento.
    Di recente ho iniziato ad occuparmi anche della sezione dell’animazione muta della Golden Age (1913-1929), per ora su Mega si trovano catalogati negli 8 Studios del periodo tutti i corti che ho reperito dai rari BluRay sopra presentati e da altri DVD o BluRay nel mentre che lavoravo alla sezione sonora, in futuro anche questa raccolta vedrà lievitare i suoi contenuti, l’obiettivo sarà anche qui reperire tutto ciò che è reperibile (molta più roba è indisponibile o andata perduta rispetto all’epoca sonora).

    Un saluto a tutti e grazie per l’attenzione a chiunque ha avuto il coraggio di arrivare fin qui 😂
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    Ciao a tutti, come avrete notato ultimamente sono stato assente dal forum e purtroppo, via via tenendo in coda MP che ho ricevuto, ho finito per avere diversi messaggi a cui non ho dato risposta.

    Ora sono tornato e ricomincerò ad essere attivo come prima, ho risposto alle richieste inviate dal nuovo anno, vedrò di fare lo stesso con le richieste arretrate precedenti, anche se mi farebbe comodo che chi le ha inviate si rifaccia avanti qualora lo desiderasse.

    I due volumi della New Golden Collection non esistono più, il Michael Tor Project, il link dei doppiaggi cinematografici e quello dei vecchi doppiaggi TV invece sono attualmente attivi.

    Grazie per la pazienza, a presto!

    LorenzoP.
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    Ho risposto e mandato i link a tutti. Scusate per l’attesa ma è un periodo d’inferno.
    Mi riattiverò presto appena ne avrò modo 😉
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    Complimenti davvero per il bellissimo e importantissimo lavoro svolto!
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    Si preannuncia l’ennesima porcheria, i Looney Tunes in CGI non si possono proprio vedere.
    Non che avessi alte aspettative su questo nuovo Space Jam.
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    Sembra interessante, non ho ben capito la trama ma mi incuriosisce questo special, molto felice che hanno prodotto qualcosa di nuovo in questo reboot.
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    Non è mai troppo tardi, benvenuto!!
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    Provveduto 😉
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    Non vedo l’ora, il primo volume è stato incredibile e il secondo lo sarà altrettanto.
    C’è da chiedersi però a questo punto, con 40 corti restaurati, come procederanno col resto della filmografia di Avery.
    Restano 25 corti esclusi dai primi due volumi fra quelli veramente diretti da Avery:

    1. Blitz Wolf
    2. The Early Bird Dood It!
    3. One Ham’s Family
    4. Happy Go-Nutty
    5. The Shooting of Dan McGoo
    6. Jerky Turkey
    7. Swing Shift Cinderella
    8. Wild and Woolfy
    9. Northwest Hounded Police
    10. Henpecked Hoboes
    11. Uncle Tom’s Cabana
    12. Slap Happy Lion
    13. King Size Canary
    14. What Price Fleadom
    15. Little ‘Tinker
    16. Half-Pint Pygmy
    17. Lucky Ducky
    18. Senõr Droopy
    19. Cock-a-Doodle Dog
    20. Droopy’s Good Deed
    21. Rock-a-Bye Bear
    22. Little Johnny Jet
    23. Billy Boy
    24. Deputy Droopy
    25. Cellbound

    Secondo me sono troppi per essere inclusi in un unico terzo volume. È probabile che per l’occasione aggiungeranno i 6 corti di Droopy in CinemaScope diretti da Michael Lah, i due remake in CinemaScope di Wags to Riches e Ventriloquist Cat e Caballero Droopy di Dick Lundy.
    34 corti in due volumi da 17 o simili, mi sembra ragionevole.
    Non mi vengono in mente altri corti che potrebbero essere aggiunti in questa collezione per arrivare alla ventina di corti dei primi volumi.

    Chissà se Dixieland Droopy sarà in CinemaScope. Circolano diversi dubbi sull’effettiva esistenza della versione in CinemaScope di questo corto.
  14. .
    Sono d’accordo, personalmente sono interessato a quest’uscita per i cortometraggi rari che vi sono presenti, non per l’audio italiano.
    Se ci fossero stati A-Land-in His Lamp o Horse Hare (gli unici corti di Bugs non troppo politically incorrect di cui ci manca il doppiaggio moderno) un po’ m’avrebbe infastidito, anche se in realtà sarei stato comunque felice perché si tratta di due corti inediti in alta definizione.
  15. .
    Il corto è stato trasmesso su Boomerang questo giugno se non sbaglio, ma per un errore è stata inserita la traccia inglese due volte, quindi il doppiaggio di Porky’s Cafè risulta tutt’oggi irreperibile purtroppo.
375 replies since 13/9/2017
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