E se ne andò anche l'ultimo

La morte di Gene Deitch

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    Gatto Silvestro

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    Ho letto ieri sera una delle peggiori notizie che un appassionato d'animazione possa ricevere: il 16 aprile Eugene Merril Deitch, detto Gene Deitch (1924-2020), è passato a miglior vita, sembra non a causa della piaga del Covid-19, ma per cause naturali; ha solo lamentato dei fastidi allo stomaco negli ultimi giorni di vita. Ma cosa vuol dire il decesso di Gene per noi? Purtroppo (o per fortuna) tanto, ma andiamo con ordine.
    Eugene è nato il 6 agosto 1924 a Chigago, ma da giovanissimo si è trasferito con la famiglia a Los Angeles, dove prima cerca di arruolarsi come pilota nella Seconda Guerra Mondiale (strada che non riesce a portare avanti a causa di una polmonite), per poi unirsi al neonato studio d'animazione United Productions of America (o UPA), che nei primi anni di vita si è occupato di commercials di propaganda e successivamente di altro tipo.
    Nel 1948 lo studio trova finalmente la strada che lo porterà ad essere uno dei pezzi da '90 dell'animazione americana degli anni '50 (a mio avviso secondo solo alla Warner Bros), prendendo il posto dello studio della Columbia Pictures di allora, le Screen Gems, che da questo punto in poi si occuperanno solo più di materiale televisivo. Degli anni '40 sono solo 3 corti dei 90 totali prodotti dall'UPA: Robin Hoodlum (1948, John Hubley), The Magic Fluke (1949, John Hubley) e The Ragtime Bear (1949, John Hubley). Nell'ultimo di questi debutta la grande star dello studio, il mitico Mr. Magoo, mentre nel secondo Gene Deitch ha partecipato alla creazione degli sfondi, così come in Giddyap (1950, Art Babbit) dell'anno successivo.
    Deitch non ha mai ricevuto crediti per il suo lavoro all'UPA che io sappia (ancora devo vedere molti corti di Mr. Magoo, mentre le Jolly Frolics le ho viste praticamente tutte), se non fosse per questo strano e sconosciutissimo cortometraggio, prodotto per la Kagran Corporation nel 1953, e considerato perduto per decenni, finché non ne è stata trovata una copia alla Libreria del Congresso nel 2009.



    Nella secnoda metà degli anni '50, a seguito del pensionamento di Paul Terry, Gene Deitch diventa il direttore creativo dello studio dei Terrytoons, rivoluzionandolo completamente, e facendolo passare da uno dei peggiori studi di Hollywood ad uno dei migliori in assoluto in uno schiocco di dita. Di questa "era" dei Terrytoons, composta da 27 corti usciti dal 1957 al 1959, fanno parte alcuni dei più grandi cortometraggi di tutti i tempi, fra cui Flebus (1957, Ernest Pintoff & Gene Deitch), The Juggler of Our Lady (1958, Al Kouzel & Gene Deitch) e l'accoppiata Sidney's Family Tree (1958, Art Bartsch & Gene Deitch) e Sick, Sick Sidney (1958, Art Bartsch & Gene Deitch), il primo del duo è stato anche candidato agli Oscar. Sia su Cartoon Research che sul suo profilo personale su Facebook Gene Deitch ha documentato (sopratutto nell'ultimo anno) con numerosi post/articoli i suoi anni tavagliati ai Terrytoons, andateveli a leggere perché sono raccontate cose da rimanere a bocca aperta. L'ultimo suo post su Cartoon Research è del 30 dicembre 2019, pensate un po'.
    Nel 1959 parte quella che è probabilmente la più grande avventura per cui è conosciuto il nostro Deitch; è in quest'anno infatti che incontra William L. Snyder, produttore capo della Rembrandt Films, un importatore di film europei negli Stati Uniti, che gli propone di creare uno studio d'animazione a Praga, in Cecloslovacchia, oltre la Cortina di Ferro. Le intenzioni iniziali erano che Deitch sarebbe rimasto a Praga una decina di giorni, ma è qui che incorntra la sua compagna di vita, decidendo quindi di stabilirsi nella capitale per il resto della sua vita.
    I primi tempi della sua vita artistica in Cecloslovacchia furono dedicati in buona parte all'istruire gli animatori che si è trovato sul posto, che secondo quello che ha raccontato, a livello di tecniche d'animazione, erano fermi a Gertie the Dinosaur (1914, Winsor McCay). Non avevano assolutamente idea di che cosa fosse l'animazione a livelli, sta di fatto che è del 1960 il suo più grande capolavoro, il primo cortometraggio d'animazione non americano a vincere un Oscar, il grandissimo ed indimenticabile Munro (1960, Gene Deitch).
    Il corto parla di un bambino di appena 4 anni che viene arruolato per sbaglio nell'esercito, luogo dove cerca di convincere tutti di essere solo un bambino, ma senza riuscirci. È una vera gemma, se non l'avete ancora visto fatelo, è una meravigliosa satira sull'assurdità della visione bellica dell'America.



    Munro e una coppia di dozzine di corti, fra cui i 12 della serie di Nudnik (1965-1967), fanno parte di un piccolo ramo dei cortometraggi distribuiti in America dalla Paramount Pictures, in contemporanea coi corti dei Famous Studios, facendola diventare così l'unica Major del periodo a distribuire cortometraggi di due studi differenti (l'unico altro caso nella Golden Age è della Columbia Pictures, che nei primissimi anni '30 distribuiva sia le Screen Gems che i corti Disney).
    Oltre a questi si devono ancora citare diversi cortometraggi televisivi di Popeye prodotti dai King Features Syndicate TV, e la serie di cortometraggi per cui oggi Gene Deitch è sopratutto ricordato dal pubblico nostrano (anche se in realtà in tutto il mondo è un po' così), la serie di 13 corti di Tom & Jerry (1961-1962).
    Esattamente come nel caso della serie di Popeye, anche questa gli è stata commissionata a seguito dell'enorme successo di Munro.
    L'opinione generale su questi corti è che rappresentino il peggior periodo della carriera cinematografica del duo; molto amati negli anni d'uscita, retrospettivamente hanno ricevuto accuse di aver snaturato completamente i personaggi, di aver creato dei comprimari troppo cattivi (come il padrone di Tom che si vede in 3 corti, simile in tutto e per tutto a Clint Clobber, un personaggio dell'era Terrytoons di Deitch) e in generale di avere un'atmosfera troppo oscura e malinconica rispetto ai cortometraggi precedenti e dell'era successiva di Chuck Jones, nei suoni nelle animazioni e negli sfondi.
    Io non sono MAI stato d'accordo con quest'opinione, anzi, fin da bambino ci ho sempre trovato qualcosa di affascinante in questi corti così diversi che venivano trasmessi con quelli di Hanna & Barbera e di Chuck Jones, riconoscevo assolutamente già allora queste tre ere ben distinte, anche la sotto-era del CinemaScope degli ultimi anni di H&B. Ovviamente allora non ero in grado di capire che cos'era questa sensazione che mi si accendeva con questi corti, ma ora la so, da un po' di tempo l'ho capita, e non potrei essere più felice del percorso filosofico che mi ha portato negli anni la visione di questi corti.
    Questi corti fanno da ponte fra due mondi che anche oggi, ma sopratutto in quegli anni, non potrebbero essere più lontani. Guardando questi 13 corti si sente moltissimo l'atmosfera da Guerra Fredda che si portano dietro. Si avverte la corsa alla conquista dello spazio (Mouse into Space, 1962), si avverte l'esplorazione di terre lontane selvagge e pericolose (Sorry Safary, 1962), si avvertono le sperimentazioni sugli animali (Switchin' Kitten, 1961), il mondo corre alla conquista di qualcosa di gigantesco ed inarrivabile (Dicky Moe, 1963), il Vecchio West non è più simbolo di conquista della civilizzazione, ma teatro di scempi incontrollati da autorità che assumono livelli di ridicolezza solo indossando i simboli che dovrebbero farla mantenere (Tall in the Trap, 1962).
    È una rivoluzione quella che è stata portata a noi da Gene Deitch, uomo che da quel poco che ho potuto capire dice(va) le cose senza troppi peli sulla lingua, come quando racconta dei suoi pochi anni ai Terrytoons, da lui stesso definito "il peggior studio d'animazione della Terra", o del suo rapporto con due personaggi così lontani dalla sua visione come Tom & Jerry, talmente lontani che la gente che ha lavorato con lui su questa serie non ne aveva mai visto un corto o sentito parlare.

    Quella del 16 aprile è una perdita di non poco conto per la storia del secolo scorso, l'unica cosa che mi consola è che se ne è andato per cause naturali, e che fino all'11 aprile era così arzillo da fare un post su Facebook sul suo ottimo stato di salute, non certo per la maledetta piaga che in questi mesi ci ha invaso.

    Riposa in pace Eugene, con gli occhi lucidi diciamo addio all'ultima grande figura della Golden Age dell'Animazione Americana, una pagina di storia ormai voltata ma che mai sarà dimenticata.

    NOI ti ricorderemo,


    Lorenzo Pulito e Looney Tunes Forum Italia

    Edited by LorenzoP. - 22/4/2020, 12:46
     
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    Taz

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    L`ennesima brutta notizia!
     
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    Porky Pig

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    Si dice di Deitch che non avesse visto nessun episodio di Tom e Jerry perché non gli piacevano.
    Comunque a me sono sempre piaciuti gli episodi: 'Anche in greco si dice miao' e 'Una balena parente di Moby Dick', non saranno capolavori ma hanno fascino.
     
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2 replies since 22/4/2020, 08:06   186 views
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