David Copperfield

Film e recensione inclusa

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    Bugs Bunny

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    Uno di quei cartoni distribuiti in videocassetta dalla Stardust, ed ora praticamente introvabile! Un cult del cartoon-brutto, incredibilmente ricco di un inspiegabile fascino!

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    “David Copperfield”, come quasi tutti sapranno, è il titolo di uno dei più famosi romanzi di Charles Dickens, dal quale sono stati tratti diversi film e serie televisive. Nel 1993, durante la stagione natalizia, arrivò sugli schermi della NBC questo “David Copperfield”, una produzione franco-canadese basata sul suddetto libro, interamente “interpretata” da animali antropomorfi. Ho un rapporto controverso con questo lungometraggio: da bambino possedevo la videocassetta italiana, e, sebbene non possa dire di averlo mai amato davvero, l'ho comunque visto e rivisto quel tanto che basta per non dimenticarlo più. Recentemente ho avuto la possibilità di riguardarlo in lingua inglese, e, incredibilmente, sono riuscito ad apprezzarlo più adesso che allora. Ciononostante non ho potuto fare a meno di notare tutti quei difetti (evidentissimi anche quand'ero piccolo) che non aiutano certo a rendere la visione del tutto piacevole.
    Premetto che del romanzo di Dickens questo cartone mantiene solo i personaggi e qualche evento importante, dunque non stupitevi se notate delle incongruenze con l'originale.


    È molto difficile per me esprimere un giudizio su questo cartone. Non posso certamente dire che sia un bel film, eppure ha su di me una sorta di inspiegabile attrazione: probabilmente è colpa del suo valore nostalgico, o forse la causa è semplicemente da attribuire al doppiaggio originale, meravigliosamente british!
    Andiamo con ordine: il problema principale di “David Copperfield” è la pressoché totale assenza di ritmo. I primi venti minuti sono buonissimi: i dialoghi funzionano, i personaggi in buona parte divertono e, anche se non succede un granché, non ci si annoia. Il brutto viene subito dopo, ovvero non appena la vicenda si sposta all’interno della fabbrica. Paradossalmente, gli sbadigli cominciano a fioccare proprio quando il film dovrebbe entrare nel vivo.
    Il fatto è che né David, né Mealy, né Agnes (i tre protagonisti assoluti) suscitano interesse nello spettatore: sono estremamente piatti, così come piatti sono i loro rapporti. Mealy e David diventano amicissimi nel giro di un minuto, Agnes confida a David di amarlo già al loro secondo incontro. Non ci sono quei contrasti che renderebbero interessanti o per lo meno credibili le relazioni tra questi personaggi.
    Ci si annoia velocemente: il tasso di verbosità è allarmante (ci sono tantissimi dialoghi, che il più delle volta non portano a nulla), l’azione è poca e mal fatta, i brevi momenti slapstick non fanno ridere.
    La vera forza del film è da ricercare in alcuni personaggi secondari, mille volte più divertenti dei principali.
    Mr. Micawber è simpatico, sempre gioioso e sorridente, e riesce inaspettatamente a non essere mai irritante.
    Mr. Murdstone è un cattivo perennemente in bilico tra la scelleratezza più spietata e la caricatura buffa: a tratti un antagonista serio e seriamente odioso (rapisce orfani dalla strada e li massacra di lavoro, di fatto uccide Clara Copperfield per appropriarsi del suo denaro, sottomette Mr. Micawber minacciando di schiavizzare i suoi figli, tenta di uccidere David e Agnes affogandoli… Wow!), a tratti un cattivone da fumetto, esagerato che ride sguaiatamente e maltratta il suo sciocco scagnozzo Grimby. Qualsiasi scena in cui compaiano Murdstone e Grimby è uno spasso, che sia una sequenza di dialogo o una d'azione.
    Clara Copperfield è dolcissima, e mi è dispiaciuto che sia stata considerata solo per pochi minuti.
    Zia Betsey compare poco, ma quando c’è lei l'intrattenimento non manca.
    Un altro difetto del film è la carenza dell’aspetto “dark”. Le premesse erano perfette per dare una sfumatura tetra alla vicenda: bambini rapiti e schiavizzati, madri che muoiono, persone trasformate in mostriciattoli… Invece non si riesce a percepire alcun tipo di disagio: i colori usati dagli animatori sono troppo vividi, troppo accesi; gli orfanelli vanno tutti d’amore e d’accordo, e quel poco di cinismo che ci aspetteremmo di vedere tra di loro è solamente accennato; l’intera storia degli “ammuffiti” è ridicola e inconcludente, di sicuro non inquietante. I momenti drammatici ci sono (uno su tutti la morte di Clara Copperfield), ma il contesto infantile e sbrigativo in cui sono inseriti ne limitano pesantemente la carica emotiva.
    Ad onor del vero, c'è una brevissima inquadratura che mi è rimasta impressa per il suo essere disturbante: si tratta della ripresa in primissimo piano di un gatto con in bocca un topo morto. Il roditore privo di vita è disegnato in maniera molto meno cartonesca rispetto al resto, e l’effetto che se ne ricava è particolarmente sgradevole.

    La sceneggiatura è debolissima: non soltanto gli spiegoni (ovvero il mezzo più banale e irrealistico per fare il punto della situazione) sono all’ordine del giorno, ma spesso e volentieri si ha l’impressione che certi inserimenti nello script siano ridondanti, oppure totalmente inutili. Il film dura 90 minuti, e più di un quarto d'ora è costituito da riempitivi superflui.
    L’animazione è altalenante: in parte modesta ma dignitosa, in parte approssimativa e sommaria. Il design dei personaggi, invece, pur non brillando per inventiva (diciamo anche abbastanza riciclato da stilemi classici e stra-abusati), non è affatto male, soprattutto per quanto riguarda David, un classico giovane eroe con tutte le carte in regola, e Mr. Grimby, un perfetto disgustoso tirapiedi.
    La qualità della colonna sonora è variabile. Si passa dalla decenza alla composizione-rapida-con-tastierina-Bontempi, mentre le canzoni meritano una menzione particolare.
    Si inizia con “I hate boys”, cantata dalla zia Betsey: allegra e orecchiabilissima, mi è rimasta in testa per settimane; non è male in Italiano, ma rende di più in Inglese.
    Proseguiamo con “I’ll be your hero”, cantata da David: smielata e romantica, e il fatto che David la dedichi a sua madre rende il tutto un po’ ambiguo, ma innocua e validamente pop, sia in Italiano sia in Inglese.
    Poi c’è “Welcome to my warehouse”, cantata da Murdstone: tutti sanno che, in un musical, la canzone del cattivo è sempre la migliore, e questa non fa eccezione; la base d’organo è cupissima, il giro di accordi è funzionale, e la cantata-parlata di Michael York è perfetta; pessima la versione italiana.
    Poi abbiamo “Is there anyone?”, cantata di nuovo da David, e, nel reprise, anche da Agnes: è praticamente il tema portante, una classica canzone pop malinconica e romantica; in Italiano o in Inglese il concetto rimane invariato; Julian Lennon e Sheena Easton, comunque, hanno delle belle voci.
    Si passa a “Something’s gonna turn up”, parlata da Micawber sotto una base cantata da Julian Lennon: è una canzone atipica, un po’ spoken word, un po’ pop, giocata su un riff ripetitivo ma non fastidioso; in Italiano è stata resa bene.
    Poi c’è “Street smart”, cantata da Mealy: orecchiabile e banale, finisce in fretta e si dimentica presto; meglio in Inglese.
    Verso la fine, dopo che i cattivi sono stati arrestati, gli orfanelli felici cantano “Everyone’s a big cheese here”: è un siparietto musicale che dura pochi secondi, completamente inutile.
    Il tema che accompagna i titoli di coda è “Family Christmas”, cantata da Julian Lennon, Sheena Easton, Joseph Marcell e Andrea Martin: ordinaria e di facile ascolto, ma assolutamente piacevole; non è stata doppiata in Italiano.
    Il cast doppiante della versione originale è composto quasi interamente da attori britannici (Julian Lennon, Sheena Easton, Michael York, Howie Mandel, Joseph Marcell, Kelly LeBrock, Andrea Martin, Kathleen Fee, Terrene Scammell e Walter Massey): scelta azzeccatissima... Ma chi mi spiega dove hanno trovato i soldi per radunare così tanti nomi noti? La versione italiana non è malaccio: anzi, a volte i nostri doppiatori funzionano persino meglio di quelli originali. Sheena Easton canta bene ma come Agnes non è molto convincente, e la stessa cosa vale per Julian Lennon, anche se in misure differenti. Decisamente inadatto Howie Mandel per Mealy, diavolo, si sente benissimo che non è la voce di un ragazzino ma di un adulto fatto e finito. Murdstone è doppiato da Michael York, che ha una delle voci più belle che si siano mai udite sulla Terra: elegante, profonda, over-the-top e diabolicamente teatrale. Brutta, invece, la voce italiana, che non mantiene minimamente lo charme dell'originale. Il resto del cast se la cava bene, sia in Inglese sia in Italiano.
    Bene, direi di aver "massacrato" abbastanza questo “David Copperfield”. Ma è proprio tutto da buttare? No, non esattamente. Ha un fascino tutto suo, una bellezza nostalgica che, se si riesce a cogliere, fa salire alle stelle il grado di godibilità. C'è da dire che l'averlo visto in tenera età mi ha aiutato non poco a gradirlo. Forse è più un film da rivedere che da vedere. È comunque una simpatica curiosità per i cultori del brutto e per i ricercatori di cartoni misconosciuti.
     
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