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Rieccomi qua e come promesso (con 5 mesi di ritardo!!!) vi narrerò la storia dei fumetti dei Looney Tunes in Italia! Come ha accennato ACME nel suo commento (grazie!!!) negli anni '50 cominciarono a circolare in Italia i fumetti dei Looney Tunes. Questo debutto è segnato prima dalla Corrado Tedeschi Editore nel 1948 ma dopo 18 numeri s'interruppe per poi passare alla Mondadori (In queste pubblicazioni Bugs Bunny venne rinominato prima Bubi Bulzello e poi Lollo Rompicollo e Porky Pig venne chiamato Bubi in onore di un romanzo di Carlo Collodi e nacque la rivista Sussi e Biribissi). Dovremo aspettare il 1957 per far sì che questi riebbero i loro nomi originali grazie alla Editoriale Cenisio. Essa si occupò della stampa tradotta delle storie americane e della realizzazione di storie italiane. Grazie ad essa nacquero riviste come Bunny e Silvestro (le più famose) ma anche Titì, Bip-Bip, Petunia e Pallino, Sam il pirata, Speedy Gonzales e Silvestrino.
Bunny è stata una serie a fumetti edita in Italia dagli anni cinquanta agli anni novanta edita da vari editori; era l'edizione italiana delle serie a fumetti prodotte negli Stati Uniti d'America e incentrate sui personaggi della serie di cartoni animati dei Looney Tunes.
La prima serie esordì nel 1957 edita dalla Periodici Bunny in formato tascabile fino al 1958; rappresenta l'esordio di una lunga serie di testate a fumetti ispirati ai cartoni animati della Warner Bros.; le storie sono tratte dall'edizione americana pubblicata dalla casa editrice Dell. Nel 1960 la Periodici Bunny pubblicò una seconda serie omonima, edita fino al 1962, sempre incentrata sui personaggi tratti dai cartoni della Warner Bros. come Titti e Silvestro, Daffy Duck o Beep-Beep, realizzati da autori come Fred Abranz, Tony Strobl, Phil DeLara, Ken Champin o Pete Alvarado e pubblicati negli USA sempre dalla Dell. Dal 1978 al 1989 la Cenisio, che era subentrata come detentrice dei diritti, pubblicò una nuova testata, Bugs Bunny, dedicata a ristampare una selezione di storie tratte da Bunny della Periodici Bunny e dalla serie dedicata a Silvestro che pubblicava dal 1962. Negli anni novanta le serie a fumetti dei personaggi della Warner Bros. vennero pubblicate in Italia nella testata Bunny Band, edita dalla Egmont Publishing dal 1992 al 1997 per 71 numeri (In occasione del 50° anniversario di Bugs Bunny).
In questo magazine figuravano Bugs, Daffy, Silvestro, Titti, Wile E. Coyote, senza risparmiare anche i personaggi minori come Marvin il marziano, Foghorn Leghorn, Pepé la puzzola e offrendo al lettore la vera novità: i Tiny Toons, ossia i fumetti de I Favolosi Tiny che andavano in onda su Italia 1. Bunny Band, dopo tre anni di A4, passa a un formato leggermente più piccolo. Fino all'inizio del 1996 continua su questa strada senza sosta, regalando gadget (poster giganti, calendari, trasferibili, adesivi, segnalibri...) e presentando al suo interno giochi, articoli e inserti speciali tascabili (che andavano a formare un libricino). Poi, dopo qualche tempo, dall'aprile 1997 fino alla chiusura nel dicembre dello stesso anno, Bunny Band diventa soltanto Bunny edito da Egmont: il formato si riduce e di fatto diventa simile a Topolino.
Una decina di uscite, fino a quando l'exploit warneriano si sgonfia e di Bunny Band non rimane traccia. Nel frattempo, dal 1996 al 1998, venivano riproposte le storie di Bugs Bunny & Co. in alcune corpose raccolte dal nome Bunny Tuttofumetto: erano le ristampe di storie vintage, pubblicate diversi anni prima in Italia anche dalla Cenisio.
La Egmont Rizzoli, dall'aprile 1998 al settembre 1999, prova a rilanciare il fu Bunny Band ma in edizione tascabile. Esce così, per diciotto numeri, il mensile Bugs Bunny.
Ma, dal 1992 fino alla chiusura, Bunny Band conobbe un certo successo, tanto che il suo marchio fu utilizzato per lanciare altre pubblicazioni sempre a tema Looney/Tiny: -Bunny Band Video, con le videocassette contenenti le avventure classiche animate degli eroi Warner;
-Bunny Band Giocone, rivista di taglia-incolla-crea destinata a un target di bambini (dal luglio '92 al dicembre '99); -Bunny Band Quiz, mensile di enigmistica, giochi e test (dal luglio '92 all'ottobre del 2000).
Tra le pagine del mensile regolare vennero pubblicate, saltuariamente, anche le storie tratte da Tazmania e da Animaniacs; inoltre fu introdotto il personaggio di Lola Bunny dopo il suo esordio cinematografico.
Dal marzo 1962 le storie continuarono sul nuovo periodico edito dalla Cenisio, Bug’s Bunny presenta Silvestro, pubblicata dal 1962 al 1981. La testata venne edita in Italia suddivisa in tre serie in formato tascabile per un totale di 366 numeri. La prima serie esordì nel 1962 prendndo il posto di una precedente testata edita dalla Periodici Bunny, Bunny, che venne chiusa a marzo dello stesso anno,[3] e venne edita per 150 numeri fino al 1968, quando venne sostituita da una nuova serie che venne pubblicata per 138 numeri, da gennaio 1969 ad aprile 1975; il mese successivo esordì la terza serie, che sarà edita fino al 1981 per altri 78 numeri.[2][1] Tutte le tre serie contenevano versioni tradotte di serie americane pubblicate in formato comic books edite negli Stati Uniti d'America della Dell/Western Publishing e incentrate sui personaggi protagonisti dei cartoni animati della Warner Bros. e realizzate da autori come Tony Strobl, Ken Champin, Pete Alvarado, Phil DeLara, John Carey, Fred Abranz, Gil Turner e Vivie Risto oltre ad alcune storie realizzate appositamente in Italia da autori come Antonio Terenghi, Giorgio Rebuffi, Guido Scala, Gino Esposito e Giulio Chierchini. Nell'ultimo anno la testata divenne Le avventure di gatto Silvestro.[1] Dato il diverso formato dell'edizione italiana rispetto a quello americano, le tavole delle storie a fumetti dovettero essere rimontate. Contemporaneamente alle prime due serie, dal 1963 al 1976 venne edita una testata parallela Bug’s Bunny Presenta Silvestro Albo Gigante che, nello stesso formato dell'edizione americana, e quindi senza bisogno di rimontare le tavole originali, presentava sempre storie a fumetti dei Looney Tunes oltre a qualche storia a fumetti di autori italiani come Gino Esposito o Giorgio Rebuffi. Dal 1975 al 1989 le storie della serie originale vennero ripresentate in una serie di ristampe, Titì, edita per 173 numeri.
Gli anni '90 furono un grande periodo per questi personaggi della Warner: oltre ai Tiny Toons arrivarono i geniali Animaniacs, Taz ottenne una serie animata di successo (Tazmania), di lì a poco sarebbe giunto anche Michael Jordan con Space Jam. In Italia la situazione non era da meno: Go-Cart (programma di Raidue) presentava ogni sera i cortometraggi dei Looney Tunes e delle Merrie Melodies e addirittura venne confezionato ad hoc un varietà di prima serata, condotto da Heather Parisi: Arriba!!! Arriba!!!.
Dopo ciò, i fumetti dei Looney Tunes comparvero in altre riviste come Nick Carter (1976), il corriere dei piccoli (1991), Pianeta Più (1997) e G-Baby della Edizioni San Paolo (2000). Dopodichè sopraggiunse l'oblio.
Io ho avuto modo di vedere e addirittura comprare qualcuna di esse, spero vivamente di averle ancora da parte!
E con questo chiudo questa puntata della rubrica sui fumetti Looney Tunes ma non finisce qui!
Ci saranno delle puntate extra dove entrerò più nel dettaglio sui nostri personaggi preferiti nel mondo dei fumetti e cercherò di mostrarvi volumi e ser a fumetti che tutti voi appassionati v'interesseranno. Alla prossima!
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