Norman McCabe

Analisi e recensione dei cortometraggi del suo breve periodo da regista

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    Gatto Silvestro

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    Ciao a tutti! Oggi sono qui per presentare una breve serie di cortometraggi classici dei Looney Tunes di cui, purtroppo, si parla troppo poco. Si tratta degli 11 cortometraggi diretti dal semi-sconosciuto Norman McCabe (1911-2006), su cui farò una breve prefazione prima di parlare dei lavori da regista.
    Il primo cortometraggio della Warner Bros. a cui ha preso parte McCabe come animatore, almeno secondo quel che ci è noto, è How Do I Know It’s Sunday (1934, Friz Freleng), per poi passare brevissimamente all’unità di Ben Hardaway nel 1935, stabilizzandosi infine nell’unità di Jack King fino alla sua dipartita dalla Warner Bros. in favore della Disney. Sarà il mitico Frank Tashlin a prendere il suo posto, e di conseguenza McCabe inizia ad animare per lui, praticamente diventando il suo secondo. È nel 1937 però che Norm fa il passaggio d’unità definitivo, animando il debutto alla regia di Bob Clampett Get Rich Quick Porky, e dando il via ad un sodalizio che andrà avanti per diversi anni.
    In questi periodo McCabe ha preso parte ad alcuni dei più grandi cortometraggi degli anni ’30, fra cui spiccano la mitica accoppiata Porky in Wackyland (1938, Bob Clampett) e Porky in Egypt (1938, Bob Clampett), due fra i cortometraggi più pazzi (e magnifici) della storia della Warner, e non solo.
    Il suo ruolo era talmente importante che, a cavallo fra il 1940 e il 1941, a seguito di una non specificata malattia che ha tenuto Clampett lontano dagli Studios per diverso tempo, McCabe lo ha sostituito da regista, terminando due cortometraggi che Clampett ha lasciato in sospeso (The Timid Toreador e Porky’s Snooze Reel) e venendo accreditato da co-regista a fianco del suo mentore.
    Solo un piccolo assaggio della sua esperienza futura, in quanto alla fine del 1941, a seguito della dipartita di Tex Avery dalla Warner Bros. e il conseguente trasferimento di Clampett da regista dell’unità averiana, dove tra l’altro Bob terminerà alcuni lavori lasciati incompiuti dal suo collega, McCabe verrà promosso regista, prendendo in mano a sua volta l’ex unità di Clampett.
    È qui che comincia il nostro discorso sull’esperienza registica (seppur molto breve) di Norman McCabe, uno studio che non è mai stato fatto prima, e che quindi, di conseguenza, era necessaqrio.
    Come mio solito vi linkerò i video dei corti di cui parlerò, tutti presi dalla mia collezione privata e caricati o su YouTube o su Vimeo. Starà a voi decidere se vederli prima di leggere o meno.

    Robinson Crusoe Jr. (1941, Norman McCabe)

    https://vimeo.com/434014000

    Eccoci all’esordio di Norm alla regia da solista. Si tratta di un cortometraggio abbastanza piacevole a mio avviso con Porky Pig protagonista. La storia prende spunto ovviamente dal romanzo omonimo di Daniel Defoe, ed è suddivisa in capitoli esattamente come se stessimo assistendo ad una versione animata del libro.
    C’è un notevole effetto di sfondi su più livelli in movimento quando la nave di Porky salpa, così come alcune scelte strutturali del layout (in particolare la capanna sospesa) che troveremo anche in corti successivi del regista.
    Ovviamente, a causa della presenza di Friday e degli altri indigeni cannibali dell’isola, questo corto rientra fra i politically incorrect che difficilmente potrebbero essere trasmessi oggi, ma vi invito comunque a dargli una possibilità perché non è affatto male.
    Ovviamente, essendo la prima esperienza da regista in solitaria, questo corto somiglia molto a ciò che è stato fatto da Clampett nei corti d’avventura degli anni precedenti, e non escluderei che è stato almeno pianificato da Clampett prima che prendesse in mano l’unità di Avery, così come Wabbit Twouble (1941, Bob Clampett) è stato pianificato da quest’ultimo prima di andarsene dalla Warner per sempre.
    Tragicamente ironico il finale se si pensa a ciò che è successo poche settimane dopo l’uscita di questo corto; a quanto pare non tutti tremano alla vista della bandiera americana…

    Voto: 3.5/5

    Who’s Who in the Zoo (1942, Norman McCabe)



    Si tratta di un cortometraggio che fa uso delle cosiddette spot-gags introdotte da Tex Avery alla fine degli anni ’30, ovvero dove non c’è una vera e propria struttura narrativa, ma una serie di gag, in genere che trattano più o meno lo stesso argomento, e spesso narrate da una voce fuori campo che interagisce con ciò che vediamo sullo schermo. La voce narrante, come nella maggior parte dei corti appartenenti a questo filone, è dello speaker radiofonico Robert C. Bruce (1914-2003).
    In questo caso assistiamo ad un tour di uno zoo dove Porky Pig ha un ruolo da custode.
    Non si tratta di un cortometraggio particolarmente interessante, ci sono alcuni riferimenti alla Seconda Guerra Mondiale, ma poco altro degno di nota. Il punto più alto lo troviamo durante la gag del coniglio padre di decine e decine di figli, a cui viene ordinato dalla Nazione di incrementare del 100% la sua produttività. Le espressioni facciali del coniglio sono fra le animazioni più riuscite del film.
    È sicuramente il corto di McCabe meno interessante.

    Voto: 3/5

    Daffy’s Southern Exposure (1942, Norman McCabe)



    Dopo i primi tentativi di regia più o meno riusciti, eccoci finalmente al primo vero cortometraggio dove si nota una notevole differenza da ciò che è stato fatto da Clampett.
    L’atmosfera qui si “raffredda” molto, non a caso è tutto ambientato durante l’inverno, e che inverno! Questo probabilmente è uno dei primi cortometraggi ad essere entrati in produzione a seguito dell’attacco a Pearl Harbor il 7 dicembre del 1941, con la conseguente entrata in Guerra degli Stati Uniti.
    Si nota subito un parallelismo con ciò che sta succedendo nel mondo reale: Daffy è al corrente dell’arrivo “dell’inverno”, ma non ci da troppo peso, finché non ne viene improvvisamente investito, perdendo ogni contatto col mondo che conosceva prima, al freddo, senza cibo né acqua. C’è una divertentissima gag in questo tragi-comico momento, dove una didascalia parla del nostro eroe Daffy Duck, finché nella violenta tempesta non lo si riesce più a trovare; la camera lo cerca, per poi far apparire un’ulteriore didascalia che esclama: “Gosh, we can't find our hero!!”.
    Daffy è affamato e sfinito nelle lande desolate un tempo tanto accoglienti, anche un panino fatto di corteccia e della sua stessa mano risulta essere invitante. Una luce all’orizzonte però sembra essere arrivata a soccorrerlo: da un’accogliente baita in mezzo alla neve proviene un profumo di cibo caldo.
    Al suo interno però le cose non è che vanno tanto meglio: vi troviamo un lupo e una donnola muta, con moltissimo cibo fra le mani, ma si tratta di scatole e scatole di fagioli, fagioli sempre fagioli. I due coinquilini sognano una bella bistecca succulenta; manco a dirlo, il morente Daffy bussa alla loro porta.
    I due a questo punto si travestono da gentili e ospitali vecchiette, che soccorrono immediatamente il povero Daffy, nutrendolo con valanghe di fagioli nel mentre in cui il lupo canta una divertentissima canzoncina con voce femminile.
    Le intenzioni dei due affamati predatori sono ben altre però, e Daffy lo capisce solo quando ormai si è pappato l’intera tavolata di fagioli, diventando quindi abbastanza corposo e invitante per il lupo e il suo complice. Di lì si parte con un inseguimento fra Daffy e il lupo per i monti, finché un’astuta attivazione del “deviatoio” di un tronco permetterà al nostro eroe di scappare a sud.
    Per quanto ad una prima occhiata questo corto non sembri trattare la Guerra come argomento principale, in realtà lo fa dal primo all’ultimo fotogramma, finché Daffy non si andrà a rifugiare a Rio de Janeiro, dando il via al discorso propagandistico pro America Latina che di lì a poco sarà trattato dai Classici Disney Saludos Amigos (1942, Wilfred Jackson, Jack Kinney, Hamilton Luske, Bill Roberts) e The Three Caballeros (1944, Norman Ferguson, Clyde Geronimi, Jack Kinney, Bill Roberts, Harold Young).
    Un cortometraggio a mio avviso incredibile, e di cui si dovrebbe parlare molto più spesso. È uno degli unici due corti diretti da McCabe di cui disponiamo del doppiaggio italiano.

    Voto: 3.5/5
     
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    Gatto Silvestro

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    CITAZIONE (AlexSanta @ 30/6/2020, 19:12) 
    ...

    Hobby Horse-Laff (1942, Norman McCabe)



    Secondo cortometraggio dominato dalle spot-gags che abbiamo già visto in Who’s Who in the Zoo. Questa volta siamo di fronte al primo cortometraggio di McCabe senza personaggi regolari, dettaglio che ritroveremo in molti altri lavori del regista, segno di quanto i cortometraggi della serie Looney Tunes stavano cambiando dopo anni dominati da Bosko, Buddy, Beans e infine Porky.
    Anche qui non stiamo parlando di uno dei migliori lavori di McCabe, ma è molto più inventivo del suo predecessore. Alcune gag sono davvero esileranti: su tutte quella dell’imitatore di strumenti musicali, così come le invenzioni presentate nella seconda parte del corto. C’è anche una caricatura dell’attore comico inglese Richard Haydn (1905-1985) ritratto nelle vesti di un mago e impersonato dal mitico Ken Rogers (1923-1944), sfortunata vittima di Guerra e probabile mito mancato per quel che riguarda il doppiaggio dei cartoons. Stessa caricatura e stessa interpretazione saranno presenti in Who Killed Who? (1943, Tex Avery) dell’anno successivo.
    La voce narrante è nuovamente di Robert C. Bruce.
    Non c’è molto altro da dire su questo corto, divertente, senza troppe pretese, ma ben lungi dall’essere fra i migliori lavori di Norman McCabe.

    Voto: 3/5

    Gopher Goofy (1942, Norman McCabe)



    E qui entriamo fra quei semi-classici che si meriterebbero molta più attenzione di quella che hanno avuto. Si tratta probabilmente di uno dei corti post Buddy/Bosko più rari in assoluto, in quanto l’unica versione ad oggi disponibile di questo corto è una vecchissima registrazione monca dei titoli di testa e di coda (così come il precedente Hobby Horse-Laff, la versione che vi ho caricato di quest'ultimo però viene dal web, non chiedetemi altro perché non saprei rispondere, di conseguenza la definizione è leggermente migliore).
    La trama parla di due gophers con accento del Bronx (e frequenti riferimenti a Central Park e su quanto è meglio rispetto a dove stanno ora) che hanno invaso il giardino di un povero paffuto coltivatore dal naso rosso (almeno credo, è in bianco e nero).
    Il fatto che questo cortometraggio non brilli moltissimo sull’inventiva non toglie l’ovvia constatazione che su tutto il resto stiamo parlando di livelli qualitativi altissimi. La regia, l’esecuzione e SOPRATUTTO le musiche sono fra gli esempi più riusciti dell’intero repertorio della Warner, e non scherzo.
    Ai due gophers è data una sorta di tono musicale che si ripete in diversi momenti del corto (tono che si sente spesso nei corti Warner, ma non saprei identificarne il nome, sempre che esista); quando i due compaiono compare anche questo tono, il che gli da una caratterizzazione ben superiore a quanto avrebbero senza di essa, questo grazie al grandissimo lavoro svolto da Carl Stalling nel musicare questo sconosciutissimo film.
    I personaggi si muovono spesso verso la camera, cosa che da moltissima dinamicità ad un prodotto pressoché statico. Il coltivatore poi subisce una trasformazione da psicopatico base a pazzo scatenato man mano che ci si avvicina alla fine, a differenza dei due sadici roditori che restano sempre calmi e accompagnati dal loro tono musicale e dalle osservazioni su quanto Central Park sia meglio.
    Per quanto sia possibile dirlo con la qualità del video, anche gli sfondi sono fatti molto bene, e ultimo ma non meno importante dettaglio, Arthur Davis ha probabilmente fatto parte degli animatori (l’unico conosciuto è I. Ellis, ma Davis era parte di quest’unità), cosa che probabilmente lo ha ispirato per la successiva introduzione dei ben più famosi Goofy Gophers Mac & Tosh, con cui però questi due gophers hanno ben poco a che fare, infatti anche il character design fra i due è molto diferso, contrariamente a Mac & Tosh, che invece sono due gocce d'acqua.
    Non perdetevi questo corto, è davvero molto molto bello.

    Voto: 4/5

    The Ducktators (1942, Norman McCabe)



    E qui si entra nell’era dei capolavori di Norman McCabe.
    Questo è probabilmente il corto meglio riuscito della sua filmografia, uno di quei rari esempi dove realtà e finzione vengono fusi assieme in un connubio praticamente perfetto, dove c’è veramente da chiedersi fino a che punto si spinge la linea di confine fra l’assurdo e il reale.
    Il tutto parte da un'innocente e accogliente fattoria, luogo dove sta per nascere la pecora nera destinata a cambiare le sorti di quel piccolo mondo. La pecora in questione è un uovo d’anatra nero, e ad uscirne è una caricatura di Adolf Hitler.
    Fin da subito i parallelismi con la realtà non potrebbero essere più azzeccati: incapace di far trasparire la sua genialità con l’arte, il giovane Adolf Quacker comincia a blaterare ambizioni di conquiste e rivendicazioni con accento tedesco su tutta l’Europa. Attorno lui sono presenti diverse oche, tutte convinte delle parole dell’interlocutore, e fra di loro ce ne sta una in particolare: una caricatura di Benito Mussolini con un assurdo ma divertente accento napoletano, interpretato dal famoso storyman italo-americano della Warner Michael Maltese (1908-1981).
    Come se questo non bastasse, in arrivo dall’altra parte del “laghetto” c’è un’ulteriore figura importantissima per il cammino alla conquista del mondo di Adolf e del suo socio: una caricatura del generale e politico giapponese Hideki Tojo (1884-1948), che subito si mette ad aggiungere agli isolotti che incrocia simboli d’appartenenza dell’impero giapponese. Peccato che “l’isola” conquistata sia una tartaruga, che giustamente lo massacra di botte.
    Come per Daffy’s Southern Exposure anche qui i collegamenti con ciò che sta succedendo davvero sono fra le cose più interessanti. Questa sorta di fattoria rappresentata come un piccolo mondo sconvolto dall’arrivo della pecora nera, così come l’arrivo degli alleati dall’altra parte dello “stagno”, non possono che dare all’opera un tono comico-drammatico e un valore aggiunto in una visione con cognizione di causa come la nostra.
    Fra i protagonisti, oltre ai tre dittapaperi, vi è anche una tortora pacifista, completamente abbattuta dalle sorti del suo piccolo mondo un tempo tanto pacifico. Dopo diversi tentativi di sensibilizzazione, in perfetto spirito americano, il volatile si stufa e passa alle maniere forti, prendendo letteralmente a cazzotti i tre esponenti della dittatura e scatenando una rivolta popolare contro i membri della Gestapo del papero Adolf.
    La tortora stessa alla fine del corto racconta ai suoi nipoti di odiare la guerra, ma che in certe occasioni bisogna intervenire per fare in modo che quei tre scocciatori non possano più nuocere al mondo. Quando dico maniere forti intendo che ha letteralmente appeso la testa di tutti e tre al muro come se fossero dei trofei di caccia. Brutale ma in linea con lo spirito dei corti senza freni dei tempi.
    Veniamo ora all’ambito tecnico-registico di questo corto, a mio avviso uno degli esempi più riusciti dell’intera libreria Warner. Quello che un occhio esperto nota subito è che lo stile di McCabe è simile ad un’unione degli stili di Tex Avery, Frank Tashlin e Bob Clampett, fusione però che non ne pregiudica l’unicità, anzi, i tre stili sopracitati qua ne formano uno completamente nuovo e che non ha nulla da invidiare ai Maestri che gli fluttuano attorno. È qualcosa di pazzesco se si pensa al brevissimo periodo in cui McCabe ha diretto, non sono in molti ad essere riusciti a fare ciò che ha fatto lui in così poco tempo.
    Vi segnalo ora gli esempi diretti di questo connubio perfetto:
    1. Tex Avery: Il narratore che si sente all’inizio del corto, a seguito della nascita di Hitler, racconta che il tempo passa con lo spazio sullo sfondo, solo che “passa” letteralmente una personificazione del tempo, infatti il narratore rompe la quarta parete invitandolo a ripassare più lentamente, ma il “tempo” vola come lui stesso afferma.
    2. Frank Tashlin: La regia e la scelte delle inquadrature, in particolare la scena delle anatre che marciano nel fango, per poi mostrare solo l'ombra di altre anatre armate riflesse su un muro e riprese con un angolatura particolare, facendo infine un tilt verticale fino alla casa della tortora della pace.
    3. Bob Clampett: La scena dove il popolo istigato dalla tortora comincia a prendere a cazzotti i nazisti e i japs, una scena estremamente frenetica di martellate in testa date da un coniglio che è una caricatura del comico statunitense Jerry Colonna (1904-1986), che a sua volta chiude il tutto con una martellata che si da in testa da solo.
    Si potrebbe andare avanti all’infinito ad elogiare gli enormi punti a favore di questo incredibile cortometraggio, l’unico ad oggi dell’intera filmografia di McCabe ad essere restaurato ufficialmente dalla Warner, ma mi fermo qui e vi lascio alla vostra visione/interpretazione.
    State lontani il più possibile dalle versioni italiane pirata di questo corto, definirle oscene è veramente dir poco.

    Voto: 4.5/5

    Il mio discorso su Norman McCabe per ora finisce qui. Più avanti proseguirò con la seconda metà della sua filmografia e i relativi caricamenti dei suoi lavori.

    Alla prossima!


    Lorenzo Pulito

    Edited by LorenzoP. - 30/6/2020, 19:47
     
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    Bravo Lorenzo...un grande!!!!
     
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    Bellissime recensioni. The Ducktators è uno dei miei preferiti, se non ricordo male lo passarono anche su RaiTre ai tempi di "Blob Cartoon" (sono passati ormai 30 anni!)
     
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    Gatto Silvestro

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    Sono tra quelli che non si sono mai soffermati sul lavoro di questo autore, complice lo scarso inserimento dei suoi corti nei DVD ufficiali e soprattutto gli scarsissimi passaggi televisivi italiani che hanno avuto. Le tue analisi sono, come sempre, superlative. Grazie come sempre per queste belle pagine che ci regali.
    Di questi finora conoscevo solo Daffy's Southern Exposure e The Ducktators e anch'io ho sempre ritenuto quest'ultimo un capolavoro. (Non sapevo fosse il mitico Michael Maltese a doppiare il Mussolini pennuto, quante cose interessanti scopro :D )
     
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4 replies since 30/6/2020, 17:57   255 views
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