Warner Bros. vs Altro Studio

Confronto fra due (o più) cortometraggi di studi d'animazione differenti

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    Gatto Silvestro

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    Ho pensato che sarebbe divertente prendere due cortometraggi di due studi diversi, che almeno in apparenza sono simili, per poi mettere a confronto pregi e difetti (se ce ne sono) di uno e dell’altro. Cominciamo con…

    Bully for Bugs vs Señor Droopy

    Ci troviamo di fronte all’esempio perfetto per confrontare gli stili di due fra i più grandi autori della storia dell’animazione, probabilmente i migliori in assoluto: Chuck Jones e Tex Avery. Analizziamo i due corti in ordine cronologico.

    Señor Droopy (1949, Tex Avery)

    Distribuito dall’MGM il 9 aprile del 1949, al solito di Avery, la trama di base è semplicissima: Droopy e il lupo si devono affrontare in una corrida, in palio c’è la possibilità di chiedere qualsiasi cosa desiderino in tutto il Messico; entrambi ambiscono alla cantante messicano-statunitense Lina Romay (1919-2010).
    Inizialmente il confronto vede il lupo affrontare il toro con estrema facilità ed eleganza, mentre Droopy, con il suo spadino di gomma, viene messo da parte dall’animale, che scoppia a ridere ogni volta che se lo trova davanti. Errore gravissimo per il toro, in quanto, mentre il lupo piano piano perde il controllo della situazione, a Droopy basta che gli tocchi la cosa che ha più cara al mondo per sfoderare tutta la sua potenza.
    Esilarante la scena finale, che per chi non ha ancora messo gli occhi su questo trascurato capolavoro, non lo spoilero e mi fermo qui.

    Bully for Bugs (1953, Chuck Jones)

    Approdato nelle sale della Warner Bros. l’8 agosto del 1953, anche qui ci troviamo di fronte ad un epico scontro fra toro e matador. Il tutto sta volta comincia per caso, in quanto Bugs si ritrova per sbaglio nel bel mezzo di una corrida, complice il solito maledetto incrocio di Albuquerque.
    Incurante del pericolo, il coniglio cerca di riprendere la strada giusta, chiedendo indicazioni al matador di turno, che sta scappando terrorizzato dal toro. Bugs, che evidentemente non ha mai visto una corrida in vita sua, non capisce il motivo di tanto caos, tanto da venire sbattuto fuori dall’arena dal toro in un momento di distrazione. Ovviamente il toro non sa che questo significa guerra.
    Da qui in poi ne vedremo delle belle, l’epico scontro fra forza e mente se la giocherà per tutta la durata del film, fino all’arrivo della mitica scena finale, che probabilmente chiunque in questo forum ha già visto fino alla nausea, ma che comunque, per correttezza, non descrivo nel dettaglio.

    Confronto

    Nonostante la trama, la location, la struttura che punta tutta sul finale, il periodo di realizzazione abbastanza vicino e mille altre cose in comune, questi due film, che all’apparenza possono sembrare molto simili, in realtà non potrebbero essere più diversi.
    Il film di Avery è un concentrato di potenza, suoni e gag politicamente scorrette. Quello di Jones invece ha un ritmo calmo e ragionato, dove ogni mossa è lì per un motivo ben preciso.
    Si tratta di due approcci estremamente diversi all’animazione, entrambi vincenti, ed entrambi con la meravigliosa caratteristica di non annullarsi a vicenda, quanto invece di completarsi.
    Il merito maggiore che possiamo dare ad Avery è che, nonostante dall’altra parte ci sia stata la possibilità di utilizzare una star del calibro di Bugs Bunny, il prodotto finale è riuscito comunque a rivelarsi competitivo, e non è una cosa da poco. Certo, anche Droopy è un personaggio dall’estremo carisma che sicuramente ai tempi portava gente in sala, ma il confronto con la star della Warner è semplicemente, scorretto.
    Le grandi star dell’MGM erano Tom & Jerry, che Avery non ha mai neanche lontanamente toccato, limitandosi a lavorare con personaggi secondari, il più illustre di tutti il nostro Droopy. Sarebbe più corretto un confronto con la star secondaria di Jones Pepé le Pew, ma è proprio qui che la grandezza di Droopy viene fuori: mentre le vicende delle star secondarie ruotavano spesso su una rielaborazione di una trama ed uno stile codificato (vedasi il classico camminare avanti e indietro di Silvestro mentre ragiona su come catturare Titti, con l’iconico accompagnamento musicale di sottofondo), quelle di Droopy si capisce subito che appartengono ad un altra categoria. Nella serie di Droopy io conto almeno una sotto-serie principale (quella in cui si scontra con Spike), due coppie di film gemelli (i due in cui il lupo cerca in tutti i modi di scappare dal cane poliziotto Droopy e i due dove si contendono la bella Red) e diversi corti cosiddetti one-shot, fra cui Señor Droopy. Quella di Droopy è una serie principale messa nelle vesti di una serie secondaria, ecco che cosa è riuscito a creare il genio di Tex Avery.
    È difficilissimo fare un confronto musicale fra questi due corti. Sia l’accompagnamento di Scott Bradley in Señor Droopy che quello di Carl Stalling in Bully for Bugs sono assolutamente divini.
    Dove invece a mio avviso Señor Droopy esce vittorioso è nel comparto degli effetti sonori, che qui sono veramente esilaranti ed azzeccatissimi, dall’urlo del lupo mentre scappa dal toro, al rumore di quest’ultimo mentre sbatte qua e là sul terreno durante la battaglia con Droopy.
    Bully for Bugs, a sua volta, esce vittorioso nella caratterizzazione del toro. C’è niente da fare, questo toro ce lo ricordiamo tutti, nonostante sia apparso solo in quest’occasione, senza contare i vari compilation-film e il terrificante prologo di quell’obbrobrio assoluto che è Mexican Cat Dance (1963, Friz Freleng). Questo toro ha tutte le caratteristiche di un personaggio che si getta a capofitto nella storia dell’animazione: carismatico ed interessante, tanto che a volte ci viene anche da tenere per lui.
    Una grande nota di merito la do allo stupendo lavoro di espressioni facciali dell’animatore Ken Harris, che dà vita ai due momenti che a mio avviso, assieme al finale, sono quelli più indimenticabili di questo corto: le due scene dove il toro si affila infuriato le sue corna, col meraviglioso accompagnamento di Carl Stalling di sottofondo. Altre due occasioni che mi vengono in mente dove Ken Harris ha fatto un lavoro d’animazione così sublime, sono le scene di Long-Haired Hare (1949, Chuck Jones) dove Giovanni Jones si infuria nel sentire Bugs cantare mentre lui si allena per la sua gran serata, e la scena di Feed the Kitty (1952, Chuck Jones) dove Marc Anthony entra in casa disperato per la terribile fine che (crede) abbia Pussyfoot fra i biscotti.
    Il toro di Senõr Droopy invece ce lo dimentichiamo facilmente.
    Un’altra nota importantissima che ci tengo a sottolineare di questi due corti, è che entrambi sono stati realizzati prima dell’avvento di Speedy Gonzales, che per forza di cose ha codificato uno stile sulla visione animata del Messico, che certamente non sarebbe potuta essere ignorata dagli autori di un cortometraggio sulle corride successivo all’avvento del topo più veloce del Messico.
    Si potrebbe andare avanti all’infinito nel mettere a confronto queste due perle della Golden Age dell’animazione. Ci sarebbero ottimi, grandissimi motivi per votare sia l’uno che l’altro, ma personalmente, se me gli metto davanti, do il mio voto a Señor Droopy, facendo uscire vittoriosa l’MGM in questo primo confronto fra studi d’animazione.
    Vi invito a dire la vostra in caso lo vogliate, e speriamo di rivederci presto con un altro confronto fra la Warner Bros. ed uno studio d’animazione concorrente.

    Edited by LorenzoP. - 21/8/2019, 10:50
     
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