Shorts - Anno 1937

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    Gatto Silvestro

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    The Case of the Stuttering Pig
    Regia: Frank Tashlin

    Da dove cominciare...ah sì, cominciamo dall'atmosfera: questo corto si apre con la visione di un'implacabile tempesta che s'imbatte su un'isolata tenuta, il tutto realizzato con una cura visiva e uditiva ad hoc, specialmente rispetto agli altri corti in bianco e nero di Porky, che si sà, erano a bassissimo budget.
    Io non sono un grande fun dei suddetti corti di Porky: molti di loro sono semplici, con una narrazione lineare, e spesso semplicemente non sono divertenti. Beh qui È TUTTO DIVERSO.
    Entrati nella casa si viene proiettati in una visione malinconica di alcuni maialini impauriti dalla tempesta e visibilmente soli, che se ne stanno seduti in silenzio, almeno finché non bussa qualcuno alla porta, facendo saltare in aria i fratelli. Dall'altra parte c'è l'avvocato di famiglia, che è venuto per leggere ai ragazzi il testamento dello zio defunto: il documento dice che la proprietà in cui vivevano con lo zio adesso è loro, con la clausola che se dovesse succedergli qualcosa, il tutto diverrebbe dell'avvocato. L'uomo comunque assicura ai ragazzi che non succederà nulla, e se ne va.
    Ovviamente non era vero, infatti, una volta uscito, l'avvocato si reca nello scantinato per bere la pozione di Dr. Jekill e Mr. Hyde, diventando così un mostro, con l'intento di liberarsi dei maialini, in modo da ottenere la proprietà.
    Ma in sostanza, cos'è che eleva questo corto all'Olimpo dei capolavori? Il suo modo di interagire con il pubblico.
    Al momento di annunciare la fine che faranno i maialini, il mostro si rivolge alla gente in sala, in particolare a qualcuno che sta seduto in terza fila, marcando l'impossibilità di chi sta a guardare di intervenire con ciò che avviene nella storia. Si può solo immaginare il grado l'interattività che tutto questo ha avuto sul pubblico del 1937, una cosa mai vista prima e che mai verrà riportata fino a questi livelli.
    Il finale è emblematico, solo quegli ultimi secondi basterebbero a rendere obbligatoria la visione di questo splendido corto, di cui purtroppo si parla troppo poco.
    Anche la regia è impeccabile: si può dire senza ombra di dubbio che sotto quest'aspetto Frank Tashlin sia stato il miglior regista della Warner negli anni '30, e forse non solo.

    Avvertimento: questo corto, come tutti quelli in bianco e nero, è stato ricolorato, ma per poterselo godere appieno è OBBLIGATORIA la visione in bianco e nero. Io sono dell'idea che i corti in bianco e nero migliori siano quelli che perdano con l'aggiunta dei colori. Oltre a questo segnalo Jeepers Creepers del 1939 (seguito spirituale di questo corto), ovviamente Porky in Wackyland del 1938, You Ought to Be in Pictures del 1940 e The Blow Out del 1936 (l'unico di questi che non ho in italiano).
     
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