Nuova serie Looney tunes in arrivo

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    Porky Pig

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    Ce ne saranno anche di più corti! :lol:
     
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    Nel canale YouTube del Looney Tunes Critic trovate delle interessanti conversazioni con Greg Duffell che analizzano con precisione le sequenze di questi corti. Non mancano delle interessanti pillole tecniche che si configurano come delle vere e proprie lezioni di animazione.
    Concordo con buona parte delle opinioni espresse, ma vorrei condividere con voi nello specifico alcune mie riflessioni sulle principali questioni emerse:

    Le storie
    I tre corti finora pubblicati presentano un impianto più o meno simile tra loro: trattasi prevalentemente di sequenze di gag elementari, ma sfugge la motivazione del loro susseguirsi. Ciò è dovuto in buona parte alla durata ridotta dei cartoni, che non concede il tempo alla protasi. Quali sono le premesse? O, ancora meglio, come si chiedeva Chuck Jones, qual è il desiderio che muove i protagonisti?
    Sebbene diverse trovate siano simpatiche ed originali, sfugge la loro funzione e, con essa, l'immedesimazione nei personaggi. Senza empatia non c'è catarsi.
    Greg Duffell mette l'accento sulla scansione temporale dei cortometraggi: le dissolvenze a nero, di cui gli animatori facevano largo uso nella Golden Age, erano un metodo efficace per dilatare la percezione della durata. In questo caso, al contrario, i cartoni sono compressi dalla frenesia di una messinscena senza respiro.

    L'animazione
    L'alternarsi di animazione "classica" e "moderna" non garantisce la fluidità necessaria a quella sospensione dell'incredulità che contribuisce a rendere "vivi" i personaggi disegnati. Stilisticamente si tratta di prodotti eterogenei, che pescano trucchi da una tecnica e dall'altra, mancano di coerenza e rischiano di apparire come delle blande imitazioni degli originali. Intendiamoci: i momenti di brio ed estro artistico non mancano, tuttavia sono troppo spesso interrotti da passaggi meno convincenti.
    Un velo pietoso sui fondali, del tutto privi della fantasia visionaria a cui eravamo abituati grazie all'opera di Noble, Givens, Pratt, De Guard, Nordli e via dicendo. L'uso dello spazio da parte dei personaggi è assai limitato e, in linea con quanto accade per i tempi, non permette alla storia di svilupparsi oltre i propri limiti.

    I personaggi
    Le caratteristiche principali dei Looney non emergono a sufficienza nei tre corti in questione e i protagonisti sono perfettamente intercambiabili. Oserei dire di più: potrebbe trattarsi di qualsiasi personaggio, anche al di fuori del mondo Warner. Mi ha colpito assai negativamente la ridotta espressività di Porky in quest'ultimo corto, sia fisica che facciale, ma non sono riuscito, malgrado l'estrema antipatia suscitatami da questa versione del maialino, a parteggiare per un Daffy scriteriato al servizio più di se stesso che dello spettatore.

    Omaggio alla Golden Age o riscossa degli anni '90?
    Quest'ultima domanda, in parte provocatoria, nasce dalla complessiva sensazione di trovarmi davanti più ad un tentativo di riportare in auge la comicità fracassona, non-sense e pigra di certa produzione Cartoon Network e Nickelodeon anni '90 che a quella originaria dei Looney. Mi riferisco in particolar modo a serie quali Mucca e Pollo, Ren e Stimpy e a tutti quei prodotti successivi che hanno in qualche modo seguito il filone Spümcø. La differenza sostanziale risiede nell'autenticità, così tutti i pregi dei prodotti citati (sì! Pure la pigrizia era un grosso pregio di quegli episodi) rischiano di trasformarsi nei peggiori difetti di questo.

    In conclusione...
    Lo ripeto ancora una volta: staremo a vedere come si evolve. Troppo presto per un giudizio definitivo, troppo tardi per tornare indietro :lol: .

    ANDREW SEAS
     
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    Secondo me non ha molto senso il confronto con i cortometraggi, si tratta di due media differenti e di due epoche molto lontane. D'altro canto i cortometraggi stessi a un certo punto cominciarono un'involuzione che li portò ad essere ben peggiori, sia tecnicamente che narrativamente, di ciò che si è visto nei promo di questa serie.
     
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    Gatto Silvestro

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    CITAZIONE (AndrewSeas @ 14/5/2020, 20:39) 
    Le caratteristiche principali dei Looney non emergono a sufficienza nei tre corti in questione e i protagonisti sono perfettamente intercambiabili. Oserei dire di più: potrebbe trattarsi di qualsiasi personaggio, anche al di fuori del mondo Warner. Mi ha colpito assai negativamente la ridotta espressività di Porky in quest'ultimo corto, sia fisica che facciale, ma non sono riuscito, malgrado l'estrema antipatia suscitatami da questa versione del maialino, a parteggiare per un Daffy scriteriato al servizio più di se stesso che dello spettatore.

    Acutissima tutta l'analisi, ma mi sento di sottoscrivere in particolare questo punto qua. In particolare, nel corto di Daffy & Porky (che ho trovato peraltro buffissimo, sia chiaro), avrebbe potuto esserci veramente chiunque al posto di Daffy & Porky: io ci avrei visto bene, per dirne un paio, la Pantera Rosa e l'omino coi baffi. Continuo a pensare che l'unico vero punto debole di questi cortometraggi, per quel poco che si è potuto vedere finora, sia la sceneggiatura (e con questo sottoscrivo pienamente anche il primo punto dell'analisi di Andrew). Su tutto il resto concordo con LucaTune: poco sensato il confronto coi classici, per quanto giocoforza inevitabile. Mi auguro che si tratti comunque di un fisiologico rodaggio che permetta agli autori di prendere confidenza coi personaggi per migliorarsi man mano.
     
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    CITAZIONE (LucaTune @ 14/5/2020, 21:35) 
    Secondo me non ha molto senso il confronto con i cortometraggi, si tratta di due media differenti e di due epoche molto lontane. D'altro canto i cortometraggi stessi a un certo punto cominciarono un'involuzione che li portò ad essere ben peggiori, sia tecnicamente che narrativamente, di ciò che si è visto nei promo di questa serie.

    Il confronto nasce spontaneo nel momento in cui in ogni dichiarazione pubblica questi corti vengono pubblicizzati come un "ritorno alle origini" in omaggio all'animazione classica :lol: . Non solo è possibile farlo, si deve!

    ANDREW SEAS

    CITAZIONE (Michigan J. Frog @ 14/5/2020, 22:14) 
    CITAZIONE (AndrewSeas @ 14/5/2020, 20:39) 
    Le caratteristiche principali dei Looney non emergono a sufficienza nei tre corti in questione e i protagonisti sono perfettamente intercambiabili. Oserei dire di più: potrebbe trattarsi di qualsiasi personaggio, anche al di fuori del mondo Warner. Mi ha colpito assai negativamente la ridotta espressività di Porky in quest'ultimo corto, sia fisica che facciale, ma non sono riuscito, malgrado l'estrema antipatia suscitatami da questa versione del maialino, a parteggiare per un Daffy scriteriato al servizio più di se stesso che dello spettatore.

    Acutissima tutta l'analisi, ma mi sento di sottoscrivere in particolare questo punto qua. In particolare, nel corto di Daffy & Porky (che ho trovato peraltro buffissimo, sia chiaro), avrebbe potuto esserci veramente chiunque al posto di Daffy & Porky: io ci avrei visto bene, per dirne un paio, la Pantera Rosa e l'omino coi baffi. Continuo a pensare che l'unico vero punto debole di questi cortometraggi, per quel poco che si è potuto vedere finora, sia la sceneggiatura (e con questo sottoscrivo pienamente anche il primo punto dell'analisi di Andrew). Su tutto il resto concordo con LucaTune: poco sensato il confronto coi classici, per quanto giocoforza inevitabile. Mi auguro che si tratti comunque di un fisiologico rodaggio che permetta agli autori di prendere confidenza coi personaggi per migliorarsi man mano.

    Me lo auguro anch'io!
    E, sia chiaro, siamo già anni luce avanti rispetto alla più recente Wabbit :lol: .
     
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    Io sarò controccorrente...a me questi cortometraggi piacciono parecchio.
    Sarà che ero abituato a looney Tunes show e a wabbit che mi hanno fatto rabbrividire
     
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    Bugs Bunny

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    Infatti se devo essere sincero mi ricordano molto di più la serie What a Cartoon negli anni 90, quando la maggior parte delle gag erano un po’ “nonsense”.
     
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    Gatto Silvestro

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    Io non riesco a capire una cosa, se da ogni parte fin dall'inizio questo progetto si è venduto come un "ritorno" alle origini, per quale motivo hanno deciso di puntare sull'enorme quantità di cortometraggi prodotti piuttosto che ad uno studio mirato ed approfondito sullo stile dei Grandi del passato?
    Uno dei punti di forza più evidenti dei corti classici è che venivano trattati come dei film singoli, opere costruite con una cura dei dettagli maniacale (escludo dal discorso i post '64), dove sono evidenti delle scelte di "sacrificio" di risorse e impegno nei confronti di certi corti per permettere la realizzazione ad altissima artisticità di altri. Uno degli esempi più evidenti di quello che sto dicendo si può trovare nei cortometraggi dell'unità di Friz Freleng del 1963, dove è chiaro che le risorse disponibili allo studio sono sempre più decimate, la Golden Age infatti è ormai agli sgoccioli. L'uscita di cortometraggi pessimi come Mexican Cat Dance e Devil's Feud Cake giustifica quella di un cortometraggio artisticamente impeccabile come The Unmentionables, probabilmente il miglior corto di Freleng con Bugs Bunny. Chuck Jones per realizzare What's Opera Doc? si è affidato ad una settimana di produzione sottratta a corti più "semplici" come quelli di Beep Beep & Willy.
    Io sinceramente avrei preferito un annuncio di 20/30 cortometraggi all'anno piuttosto che quest'enorme quantità di corti che per forza di cose non saranno sottoposti alla cura dei corti classici. E attenzione, non è che i registi del passato vivessero nella bambagia con la possibilità di concentrarsi su un corto alla volta e via, Robert McKimson in un'intervista del '72 ha dichiarato che da regista si dovevano avere in testa i dettagli di 10 cortometraggi allo stesso tempo, anche perché ad ogni anno da contratto dovevano uscire tot corti per ogni unità.
    Ora, il primo di questi nuovi corti mi aveva fatto ben sperare, mi era piaciuto molto; quello di Bugs & Yosemite peccava abbastanza in fatto di sceneggiatura, sia per il timing che per i dialoghi, ma era molto interessante per la scelta di alcune gag che non ci si aspetterebbe di vedere in un prodotto d'animazione targettizzato ai bambini di oggi (quando invece nell'era d'oro di Cartoon Network era più che normale). Questo qua nuovo di Porky & Daffy secondo me è uno scempio. Ha ragione chi dice che potrebbe esserci qualsiasi personaggio al loro posto, sono d'accordo che ci vedrei bene la Pantera Rosa e l'omino bianco, ma anche così non ci siamo col timing. The Pink Think (1964, Friz Freleng) ha più o meno la stessa premessa, ma la comicità è di tutt'altro livello, non è un caso che gli è valsa un Oscar, ed io scommetto che il budget per questi corti sia più elevato di quello che avevano alla DFE per i loro.

    Per me non ci siamo, staremo a vedere coi corti successivi, ma se mi devo trovare alcuni dei migliori personaggi di sempre ridotti a delle macchiette al servizio di storielle poco ispirate, allora preferisco The Looney Tunes Show.
    Con Duck Dodgers ce l'avevano fatta a reinventare questi personaggi senza snaturarli, evidentemente è da anni che non sono nelle mani giuste.
     
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    CITAZIONE (LorenzoP. @ 15/5/2020, 10:10) 
    Io non riesco a capire una cosa, se da ogni parte fin dall'inizio questo progetto si è venduto come un "ritorno" alle origini, per quale motivo hanno deciso di puntare sull'enorme quantità di cortometraggi prodotti piuttosto che ad uno studio mirato ed approfondito sullo stile dei Grandi del passato?
    Uno dei punti di forza più evidenti dei corti classici è che venivano trattati come dei film singoli, opere costruite con una cura dei dettagli maniacale (escludo dal discorso i post '64), dove sono evidenti delle scelte di "sacrificio" di risorse e impegno nei confronti di certi corti per permettere la realizzazione ad altissima artisticità di altri. Uno degli esempi più evidenti di quello che sto dicendo si può trovare nei cortometraggi dell'unità di Friz Freleng del 1963, dove è chiaro che le risorse disponibili allo studio sono sempre più decimate, la Golden Age infatti è ormai agli sgoccioli. L'uscita di cortometraggi pessimi come Mexican Cat Dance e Devil's Feud Cake giustifica quella di un cortometraggio artisticamente impeccabile come The Unmentionables, probabilmente il miglior corto di Freleng con Bugs Bunny. Chuck Jones per realizzare What's Opera Doc? si è affidato ad una settimana di produzione sottratta a corti più "semplici" come quelli di Beep Beep & Willy.
    Io sinceramente avrei preferito un annuncio di 20/30 cortometraggi all'anno piuttosto che quest'enorme quantità di corti che per forza di cose non saranno sottoposti alla cura dei corti classici. E attenzione, non è che i registi del passato vivessero nella bambagia con la possibilità di concentrarsi su un corto alla volta e via, Robert McKimson in un'intervista del '72 ha dichiarato che da regista si dovevano avere in testa i dettagli di 10 cortometraggi allo stesso tempo, anche perché ad ogni anno da contratto dovevano uscire tot corti per ogni unità.
    Ora, il primo di questi nuovi corti mi aveva fatto ben sperare, mi era piaciuto molto; quello di Bugs & Yosemite peccava abbastanza in fatto di sceneggiatura, sia per il timing che per i dialoghi, ma era molto interessante per la scelta di alcune gag che non ci si aspetterebbe di vedere in un prodotto d'animazione targettizzato ai bambini di oggi (quando invece nell'era d'oro di Cartoon Network era più che normale). Questo qua nuovo di Porky & Daffy secondo me è uno scempio. Ha ragione chi dice che potrebbe esserci qualsiasi personaggio al loro posto, sono d'accordo che ci vedrei bene la Pantera Rosa e l'omino bianco, ma anche così non ci siamo col timing. The Pink Think (1964, Friz Freleng) ha più o meno la stessa premessa, ma la comicità è di tutt'altro livello, non è un caso che gli è valsa un Oscar, ed io scommetto che il budget per questi corti sia più elevato di quello che avevano alla DFE per i loro.

    Per me non ci siamo, staremo a vedere coi corti successivi, ma se mi devo trovare alcuni dei migliori personaggi di sempre ridotti a delle macchiette al servizio di storielle poco ispirate, allora preferisco The Looney Tunes Show.
    Con Duck Dodgers ce l'avevano fatta a reinventare questi personaggi senza snaturarli, evidentemente è da anni che non sono nelle mani giuste.

    Sono d'accordo su tutta la linea. Naturalmente produrre una grossa quantità di corti contemporaneamente è un'operazione assai meno costosa dell'assumere delle unità che lavorino per un lungo tempo a disposizione della Warner sempre sullo stesso progetto. Dopo questa tornata di corti, per dire, è improbabile se ne faccia una seconda e, come scrivevo sopra, è troppo presto per un giudizio definitivo, ma già troppo tardi per tornare indietro.
    Sulla questione costi posso solo dire che, stando a quanto letto qua e là, i budget restano comunque piuttosto bassi rispetto alla mole di lavoro: ricordiamoci che le intercalazioni sono prevalentemente prodotte da compagnie asiatiche.
    ANDREW SEAS
     
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    CITAZIONE (LorenzoP. @ 15/5/2020, 10:10) 
    Per me non ci siamo, staremo a vedere coi corti successivi, ma se mi devo trovare alcuni dei migliori personaggi di sempre ridotti a delle macchiette al servizio di storielle poco ispirate, allora preferisco The Looney Tunes Show.
    Con Duck Dodgers ce l'avevano fatta a reinventare questi personaggi senza snaturarli, evidentemente è da anni che non sono nelle mani giuste.

    M'inchino.
    Non ho la preparazione e competenza necessaria per argomentare bene e nel dettaglio come avete fatto tu ed Andrew, ma ho letto con piacere i vostri interventi e, a seguito della visione di qualche episodio li condivido in toto. Sono un po' deluso anche perché quel "pilota" sulla dinamite mi aveva davvero fatto ben sperare......
     
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    CITAZIONE (LorenzoP. @ 15/5/2020, 10:10) 
    The Pink Think (1964, Friz Freleng) ha più o meno la stessa premessa, ma la comicità è di tutt'altro livello, non è un caso che gli è valsa un Oscar, ed io scommetto che il budget per questi corti sia più elevato di quello che avevano alla DFE per i loro.

    Non credo, la DFE realizzava corti cinematografici animati con carta e matita, questa è una web serie la cui animazione è realizzata in outsourcing usando un software.
     
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    Era per dire, sicuramente ho esagerato. Certo è che per produrre 1000 minuti d'animazione, che siano fatte al computer o meno, di risorse ne sono state spese. Avrei preferito che investissero in 200 minuti fatti con cura, ma è ovvio che il target a cui puntano non è adulto (o quantomeno universale come i corti classici), quindi 1000 minuti intrattengono di più.
     
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    Ci tengo a dire un'ultima cosa, non è che sto bocciando su tutti i fronti quest'operazione, anzi, continuo ad essere molto favorevole a quello che si sta cercando di fare, e il solo provarci è già più che lodevole. I vantaggi che ne trarrebbero anche gli appassionati adulti dal successo di questa serie sono molto maggiori rispetto al "compromesso" di una serie non specificatamente studiata per loro, quindi per me continua ad essere un sì, e spero che salti fuori qualche perla fra i corti non promozionali ;)
     
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    CITAZIONE (LorenzoP. @ 15/5/2020, 12:58) 
    Era per dire, sicuramente ho esagerato. Certo è che per produrre 1000 minuti d'animazione, che siano fatte al computer o meno, di risorse ne sono state spese. Avrei preferito che investissero in 200 minuti fatti con cura, ma è ovvio che il target a cui puntano non è adulto (o quantomeno universale come i corti classici), quindi 1000 minuti intrattengono di più.

    Io non credo tu abbia esagerato, Lorenzo, anzi! Ci sarebbe ancora molto da dire.
    Sono d'accordo con te, tuttavia, diamo tempo al tempo :lol: .
    ANDREW SEAS
     
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    Tutti punti di vista interessanti (e giusti) i vostri.

    Io sono stato favorevolmente colpito dalla cattiveria e lo spirito anarchico presente nel cortometraggio sulle montagne russe, e dal comparto tecnico (senza tirare fuori paragoni con l'età d'oro).

    Tenete presente, però, che trovare la giusta mediazione tra passato e presente non è semplice. Il mercato è sempre più affollato e confuso, e per garantire una nuova vita di questi personaggi è necessario non solo cercare di accontentare gli appassionati di vecchia data, ma anche convertire le nuove generazioni. Altrimenti Bugs Bunny & C. moriranno insieme a noi. In quest'ottica, bisogna tener conto di diversi fattori, tra cui non solo una capacità di attenzione sempre più ridotta, ma anche il fatto che i nuovi Looney Tunes devono confrontarsi sia con i cortometraggi classici, ma anche con decenni di animazione ispirata ad essi.

    Il progetto di per sé ha un'impostazione promettente, ovvero quella di garantire ai realizzatori (trainati da Peter Browngardt) una maggiore libertà di espressione. Inoltre ci tengo a precisare che questa nuova ondata di corti non era nata esclusivamente come web-serie, ma che era inizialmente prevista come prodotto destinato a una distribuzione multi-piattaforme (con una distribuzione cinematografica, in tv o sul web a seconda del corto). Evidentemente l'acquisizione della Warner da parte della AT&T e la conseguente decisione di creare un proprio servizio streaming hanno cambiato le carte in tavola.

    In un mondo perfetto lo studio avrebbe messo in cantiere un minutaggio complessivo minore ( e al contrario maggiore per ciascun cortometraggio), "spalmando" la produzione nel tempo, per infine distribuire i cortometraggio , come un tempo, insieme alle uscite cinematografiche targate Warner ( non solo per bambini e ragazzi, ma di vario tipo). Ma sappiamo tutti che non viviamo in un mondo perfetto, e quindi attendiamo - come d'altronde avete già detto - il 27 maggio (e oltre) per poterci fare un'idea migliore.
     
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